Riflessi d'inchiostro

Il blog di Vincenzo Valenza

Nathan Never: L’abisso delle memorie

E il n° 18 della saga e lo ritengo molto importante perché mostra il passato del nostro eroe; questo ci permette di capire meglio chi è veramente Nathan Never.

La precedente vita di Nathan Never

Nathan Never prima di lavorare per l’agenzia Alfa era un agente di polizia, aveva una moglie e una figlia. La sua “normale” esistenza, venne distrutta a causa di un pazzo criminale, implicato in un caso su cui Nathan stava lavorando; la comparsa di Ned Mace segnò la fine della vita del sergente di polizia e diede origine al famoso agente Alfa. Laura, la moglie di Nathan fu barbaramente assassinata da Ned Mace mentre la mente della piccola Ann, la figlia di Nathan Never ne rimase traumatizzata. Tutto ciò portò Nathan a sviluppare enormi sensi di colpa, dolore e frustrazione rendendolo di fatto un eroe cupo e solitario che ben si adatta al mondo distopico in cui vive.

Ciò che abbiamo vissuto ci rende ciò che siamo

Ciò che abbiamo vissuto ci plasma, e Nathan Never ne è l’emblema. Il suo passato tragico, segnato dalla perdita della moglie Laura e dai disturbi della figlia Ann, lo trasforma in un uomo malinconico e riflessivo, ma anche determinato a fare la differenza. Ogni scelta, ogni errore e ogni perdita contribuiscono a definire la sua identità. Nathan non è solo un eroe, ma un simbolo di resilienza: porta il peso delle sue esperienze senza rinunciare a lottare per un futuro migliore. In un mondo deturpato, è la sua umanità ferita a renderlo un punto di riferimento per chi cerca giustizia.

Caratterizzazione ed empatia

Nathan Never è un personaggio profondamente umano e in questo episodio se ne traccia una caratterizzazione importante. Tormentato dal passato, vive tra il rimorso per la morte della moglie e il dolore per la fragilità della figlia. La sua malinconia e i suoi dubbi inoltre lo avvicinano al lettore; non è infallibile né invincibile; è un uomo che lotta contro i propri demoni mentre cerca di fare la cosa giusta in un mondo sbagliato. Questo equilibrio tra fragilità e forza lo rende reale, estremamente reale perché nessuno di noi è sempre nel giusto ma ognuno di noi, a proprio modo, si sforza per esserlo, nel giusto, o per rimediare ai propri errori.

Chi è veramente Nathan Never?

Ma chi è veramente Nathan Never? È più di un semplice eroe, è un uomo tormentato che incarna il peso delle proprie scelte e delle loro conseguenze. La sua storia insegna che la resilienza nasce dalla sofferenza e che l’umanità si manifesta nell’imperfezione. Nathan ci invita a riflettere sul valore della giustizia, sull’importanza del sacrificio e sul potere della redenzione. In un futuro distopico, la sua lotta è un insegnamento universale di speranza e perseveranza.

Batman Caped Crusader

Da ragazzino, non ho molto apprezzato questo personaggio; a me piacevano gli eroi con i poteri e Batman non ne aveva. In effetti, l’uomo pipistrello era probabilmente il più adulto tra gli eroi DC Comics mentre gli unici film che mi hanno veramente convinto sono stati quelli di Cristopher Nolan, la Trilogia del Cavaliere Oscuro.

Il ritorno del cavaliere oscuro

In realtà non se n’era mai andato ma in un certo senso è tornato dopo i vari film che si sono susseguiti dagli anni novanta a oggi con risultati altalenanti. Penso che questa serie possa riportare la pace tra tutti quegli appassionati che si sono persi negli anni e non per colpa loro.

Le animazioni

Le animazioni non sono particolarmente dettagliate ma sono molto belle e curate, in uno stile volutamente retrò, dal tratto semplice, diretto ed essenziale che ritengo efficacissimo. Sono un chiaro omaggio allo stile noir delle origini del personaggio richiamando l’estetica degli anni ’40, epoca in cui Batman ha preso vita nei fumetti (1939 per l’esattezza). Le immagini sono estremamente curate con scene cariche di atmosfera grazie all’uso sapiente di luci e ombre. Gotham City appare come un luogo senza tempo, misterioso e perché no, un pò nostalgico. Lo stile grafico si rivela particolarmente efficace nel trasmettere il senso di oscurità e pericolo che da sempre caratterizzano le avventure del Cavaliere Oscuro.

Le storie

Ogni episodio di “Caped Crusader” sembra destinato a riportare Batman al suo ruolo primario: quello di detective e vigilante, alle prese con una Gotham City che pullula di criminali iconici. I fan potranno rivedere figure classiche come il Pinguino, Catwoman e altri antagonisti che incarnano le mille sfaccettature del crimine e del caos ma in una versione rivista così come u tutti, o quasi i personaggi della serie. La narrazione punta a un equilibrio tra azione e introspezione, esplorando non solo le lotte fisiche tra Batman e i suoi nemici, ma anche i dilemmi morali e personali che lo definiscono come personaggio. Questa attenzione alla profondità narrativa sembra essere una promessa di qualità per la serie.

La colonna sonora

Splendida la colonna sonora, firmata da Frederik Wiedmann, un elemento che fin dal passato ha avuto un ruolo cruciale nelle avventure animate del Cavaliere Oscuro. Le melodie sembrano ispirarsi alle sonorità orchestrali degli anni ’90, con un tocco moderno che le rende memorabili. È una colonna sonora che cattura perfettamente l’essenza di Gotham, mescolando mistero, tensione e drammaticità.

Insomma, se volete vedere una serie animata “adulta”, saldamente ancorata tra mistero e noir, Batman Caped Crusader è assolutamente da vedere. Per chi l’ha vista, fatemi sapere se vi è piaciuta.

Se volete leggere il mio romanzo breve, potete trovarlo al link qui sotto, sia in cartaceo che in ebook:

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

Nathan Never: Oltre le stelle

È il tredicesimo episodio della saga e per me, per ora, il migliore. Qui si incomincia veramente a respirare aria di fantascienza.

Oltre le stelle

Una società mineraria spaziale entra in contatto con delle forme di vita, aliene e completamente diverse dalla nostra. Queste forme di vita, molto evolute, “prendono in prestito” i corpi umani con cui entrano in contatto ma, purtroppo, questi corpi si deteriorano molto velocemente costringendo gli alieni a cambiare involucro almeno fino a quando non avranno a disposizione entità biologiche artificiali, più adatte ad accoglierli.

La storia di Medda, Serra & Vigna è davvero intrigante e lascia aperte molte strade. Possiamo dire che si tratta di una storia ad ampio respiro che immagino potrà essere considerata una saga nella saga. Beh, vedremo se sarà effettivamente così.

La copertina, di Claudio Castellini e i disegni di Germano Bonazzi, sono splendidi. Il lettering e di Francesca Piovella. Un team che ha creato un albo di alto livello e che è stato un vero piacere leggere.

Ecco, e per questo tipo di storie, interessanti e affascinanti che leggo Nathan Never, dove l’ignoto non è solo nello spazio profondo ma anche dentro il nostro “essere umani”, spalancando porte su un passato cosmico al tempo stesso terribile e meraviglioso. Perché il terrore non sempre viene dallo spazio profondo ma a volte vive con noi, nelle nostre case, nelle nostre menti, in ciò che siamo realmente e ciò che siamo realmente ci offre possibilità inimmaginabili a patto che si decida di osservare e accettare ciò che realmente siamo e che si scelga di prenderne coscienza al fine di superarlo.

Ho letto i primi 10 episodi di Nathan Never

Dopo aver recuperato ben 226 numeri di Nathan Never (dal n°1 al n°226), posso dire di aver conquistato una piccolissima tappa che mi permette di raccontare le mie prime e assolutamente soggettive impressioni sulla saga, che ricordo, ha appena superato le 400 puntate.

La progettazione

Tra le primissime impressioni che ne ho ricavato, confermo che secondo me è stato fatto un grande lavoro di progettazione prima dell’uscita dell’albo, un personaggio e un’ambientazione perfettamente credibili e intrinsecamente coerenti.

Le copertine

Le copertine, del maestro Claudio Castellini, sono bellissime. Devo dire che tutte le prime dieci copertine dei rispettivi numeri mi sono piaciute un casino. Sono delle piccole opere d’arte come deve essere, perché, nel fumetto più che nei libri, l’impatto della copertina è fondamentale.

I disegni

I disegni mi piacciono ma noto delle differenze tra i vari episodi, ora non ricordo perfettamente ma credo che si siano alternati due o tre disegnatori. Tra queste, alcune mi sono piaciute più delle altre… scusate ma sono andato a dare un’occhiata agli albi ed effettivamente si sono avvicendati diversi disegnatori. I miei disegni preferiti? Non me ne vogliano gli altri ma per me, i disegni del primo numero non si battono, almeno per ora.

Le storie

E qui per me c’è una piccola nota dolente. Per i primi dieci numeri, si alternano storie che non mi convincono fino in fondo, direi che la saga dal punto di vista della narrativa, per me, stenta a decollare. ci sono molti richiami e citazioni come negli episodi, Il monolito nero, Operazione Drago e L’isola della morte ed è comprensibilissimo ma avrei preferito una maggiore inventiva e originalità. Oh, stiamo parlando dei miei gusti e del fatto che mediamente il livello è buono ma onestamente, mi aspettavo di più.

E voi conoscete Nathan Never? Cosa ne pensate delle cover, dei disegni e delle storie?

Ecco il link ai miei libri:

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

È Solo un Gioco

Questi sono i canali che seguo:

Per capire come presentare un manoscritto alle case editrici o per imparare a scrivere un buon incipit, dialoghi efficaci, descrizioni ben fatte e tutto quel che serve per iniziare, completare e presentare un racconto, un romanzo o una silloge poetica, ho ben pensato di seguire chi ne sa sicuramente più di me, perché i libri, li scrive, li pubblica o li legge come se non ci fosse un domani. Quella che segue quindi è una lista dei canali YouTube che seguo più assiduamente. Ci tengo a precisare inoltre che l’ordine è dato dalla cronologia con i quali li ho scoperti:

Scuola di scrittura

Scuola di scrittura è il canale YouTube di Franco Forte, scrittore Mondadori, responsabile editoriale della celebre collana Urania, editor, editore e sceneggiatore. Il canale offre preziose informazioni a tutti coloro che intendono cimentarsi con la scrittura e che ambiscono alla pubblicazione con un editore.

Seguitelo se volete entrare nel mondo dell’editoria italiana.

Scuola di Scrittura

Broken Stories

Broken Stories è il canale YouTube di Flavio Troisi e si occupa, come dice lui, di letteratura Dark e Immaginifica. Flavio presenta e recensisce molti libri interessanti e lo fa con spunti e riflessioni profonde e intelligenti. Con il suo canale è riuscito a guadagnarsi la fiducia di migliaia di appassionati di romanzi horror, fantasy, fantascienza e weyrd dal taglio piuttosto oscuro, quindi e inquietante. Sono certo che la sua opera stia facendo conoscere molti scrittori e scrittrici a tanti, oltre a incoraggiare e diffondere la passione per la lettura.

Seguitelo se volete leggere e comprendere meglio la letteratura dark e immaginifica.

Broken Stories

Libri di sangue

Libri di sangue è il canale YouTube di Aldo Luigi Mancusi, ex direttore della storica rivista Metal Shock. Come si evince dal nome del canale, si parla principalmente di letteratura horror ma anche di attualità e cultura in genere. Aldo è una persona di grande cultura, non solo letteraria ed è molto abile nell’arte oratoria, come si suol dire, riesce a bucare lo schermo; sa essere scanzonato e irriverente ma anche piuttosto schietto e tagliente, insomma è uno che non le manda a dire. Ah, dimenticavo Aldo Luigi Mancusi è anche uno scrittore.

Seguitelo se vi piace l’horror e se amate punti di vista originali e irriverenti, insomma, se volete ascoltare uno che parla chiaro e tondo, come si suol dire.

Libri di Sangue

Rotte narrative

Rotte Narrative è un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano entrare nel mondo dell’editoria da professionisti. Il suo autore è Livio Gambarini, docente, scrittore, formatore ed è il creatore del premio nazionale Arcimago, alla sua seconda edizione. Il canale è ricchissimo di video molto interessanti e che possono offrire spunti ma anche veri e propri insegnamenti per aiutare coloro che hanno bisogno di apprendere tutto ciò che serve per diventare degli scrittori o scrittrici affermati o comunque crearsi le basi per tentare l’avventura.

Seguitelo se pensate di aver bisogno di insegnamenti molto ben strutturati.

Rotte Narrative

Story Doctor

Story Doctor è il canale di Andrea Viscusi, autore, editor e coach per scrittori. Anche il canale di Andrea è ricchissimo di video il cui scopo è quello di aiutare gli scrittori sia alle prime armi, sia di maggior esperienza, a imparare come scrivere un testo, come sistemarlo e/o come analizzare testi già scritti per comprenderne la struttura e carpirne i “segreti”. Il tutto finalizzato, naturalmente, al miglioramento delle proprie capacità.

Seguitelo se volete imparare a strutturare e analizzare i vostri o gli altrui testi e non solo…

Story Doctor

Luca Nesler

Luca Nesler è un formatore e lo scopo del suo canale è quello di aiutare gli autori a scrivere delle belle storie. Luca è molto simpatico, trovo davvero divertenti i suoi video ma è anche molto serio e competente. Apprezzo moltissimo le sue spiegazioni e il modo estremamente razionale ed equilibrato con cui produce le proprie argomentazioni.

Seguitelo se volete divertirvi e imparare.

Luca Nesler

Albero del mistero

Il motto di Fabrizio Valenza, autore del canale YouTube “Albero del mistero”, è “Le storie cambiano la vita”. Fabrizio è uno scrittore, filosofo e coach narrativo. Le informazioni riportate sul suo canale lasciano trasparire che per lui, leggere e scrivere storie non è solo un atto tecnico né tanto meno il solo frutto di conoscenze e competenze specifiche ma qualcosa di più profondo e legato alla vita stessa e alla ricerca del significato dell’esistenza insomma scrivere significa accedere e scoprire cosa abbiamo dentro, chi siamo realmente o almeno questo è quello che ho capito io.

Seguitelo se cercate un approccio più profondo alla scrittura.

Albero del Mistero

Andrea D’Angelo

Il vlog di Andrea D’Angelo si occupa di scrittura e più in generale di arte e creatività. Si definisce uno scrittore indipendente al cento percento, nonché scrittore divergente in quanto non segue mode o linee editoriali comunemente accettate. Ha scritto diversi libri sempre di genere fantasy. Andrea è stato uno degli ultimi che ho scoperto ma apprezzo molto il suo stile minimalista e la sua filosofia. Anche per lui infatti, la scrittura è un percorso di crescita interiore. Uno scrittore è sempre uno scrittore a prescindere dal fatto che egli pubblichi con una casa editrice, a prescindere dal fatto che egli pubblichi, a prescindere dal fatto che venda, a prescindere da tutto ciò che nell’immaginario collettivo sia uno scrittore perché si è scrittori dentro prima di ogni altra cosa.

Seguitelo se intendete la scrittura come un percorso di evoluzione interiore o se cercate romanzi scritti in piena libertà.

Andrea D’Angelo

Il lettore che cammina

Dopo tanti scrittori, ho scoperto un canale YouTube interessantissimo e cioè “Il lettore che cammina”. Sul canale chiaramente, si parla di letture e di libri e l’autore consiglia di farlo camminando, perché mentre si è in movimento, si mantiene una certa tensione che aiuta a non distrarsi o peggio addormentarsi. L’approccio è da professionisti della lettura, non quindi un passatempo ma un’attività che necessita di un impegno costante, educandosi a leggere qualsiasi testo, magari cominciando da libri leggeri per poi arrivare ai grandi classici della storia dell’umanità. Trovo che sia un approccio davvero particolare e un punto di vista che non avevo mai pienamente considerato.

Seguitelo se volete imparare a leggere opere complesse per lunghi periodi di tempo.

Il Lettore che Cammina

Passione podcast

Okay, si parlava di canali YouTube e quindi video ma voglio aggiungere due bonus perché penso che valga la pena andare a dare un’occhiata a due ulteriori canali, uno audio e quindi un podcast, e un blog. Il podcast è, “Passione podcast”, il canale di Andrea Ciraolo ma andiamo con ordine. Perché sto parlando di un podcast che non parla di scrittura? Perché quando uno scrittore si accinge a pubblicare, uno dei problemi che lo assilla è quello di cercare di farsi conoscere per poter vendere le proprie opere così, avevo pensato di imparare a fare podcast e Passione podcast faceva proprio al caso mio; un diario-podcast che raccontava in tempo reale la propria avventura nella creazione, lancio e mantenimento di un proprio canale. Penso di aver ascoltato tutti ma proprio tutti gli episodi di Passione podcast, andati in onda (e sono ancora lì) tra il 2018 e il 2020 e devo dire che è stata davvero una bellissima avventura, aggiungo inoltre che Andrea è davvero un ottimo conduttore e sa mettere a proprio agio sia gli ospiti delle sue interviste che gli ascoltatori. Infine, ma non meno importante, ho avuto l’opportunità di conoscere molti altri personaggi che hanno iniziato e probabilmente stanno continuando a condividere le proprie passioni.

Passione Podcast

Penna blu

L’altro bonus è un caro, vecchio, blog ed è stato uno dei primi che ho cominciato a leggere per cercare di capire e imparare qualcosa del mondo della scrittura. Sto parlando di “Penna blu”, il blog di Daniele Imperi; Daniele è un autore di contenuti per il web ma è anche un lettore e uno scrittore. Sul suo blog potete trovare tantissimi articoli che parlano di scrittura, blogging, letture, grammatica e tanto altro tra cui, vorrei segnalare la sezione, racconti e la sezione, interviste. Beh, non vi resta che farvi un bel giro, sono sicuro che troverete tantissimi articoli interessantissimi.

Penna Blu

E voi li conoscete? Cosa ne pensate?

Lascio anche i link ai miei libri:

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

È Solo un Gioco

Serie: Jupiter’s Legacy

Jupiter’s Legacy è una serie tv in onda su Netflix, tratta dall’omonimo fumetto scritto da Mark Millar e disegnato da Frank Quitely. La serie ci racconta di alcuni supereroi che formano un gruppo chiamato: “Unione della giustizia” e dei loro figli, eredi dei loro poteri.

Il concetto di giustizia

“L’unione della giustizia”, si fonda su alcuni principi, di cui il primo e più importante è: Non uccidere; i criminali infatti, si combattono e si arrestano ma non si uccidono. Il problema nasce quando Brandon, il figlio del capo del gruppo che si fa chiamare Utopian, uccide un super-cattivo, contravvenendo al suddetto principio numero uno. Il gran polverone che ne deriva porta a discussioni quanto meno accese coinvolgendo l’opinione pubblica e di fatto crea sia tra i supereroi che tra la gente comune, due schieramenti, a favore o contro la linea dura. Ma tutto ciò vuole rappresentare anche uno scontro generazionale, quello che andava bene ieri non va più bene oggi, forse.

Il senso di responsabilità

Se il concetto di giustizia, che oggi è tanto indefinito quanto disatteso, è uno dei due grandi temi in Jupiter’s Legacy, l’altro è senz’altro il senso di responsabilità che va, e deve andare, perfettamente a braccetto con il concetto di giustizia. Nella serie, alcuni supereroi di seconda generazione, non intendono assumersi la responsabilità di difendere le persone ordinarie dalle minacce non ordinarie che incombono sulle loro vite. È questo il caso di Chloe, la figlia di Utopian che invece di combattere i criminali, sceglie una carriera come modella. Per non parlare di altri giovani supereroi che si schierano più o meno apertamente con fazioni criminali.

Le origini dei poteri

L’origine dei poteri sovrumani dei nostri eroi, che come sempre in questo tipo di storie è molto importante, è rivelato attraverso continui flashback, soluzione narrativa molto amata dagli autori d’oltreoceano; di fatto gli episodi sono un continuo avvicendarsi tra gli eventi del passato e quelli del presente. Personalmente avrei evitato tutto ciò, ricostruendo eventualmente le origini dei supereroi in una eventuale “ultima” stagione.

Una sola stagione

Insomma, a mio avviso, i presupposti per uno sviluppo in più stagioni (così com’era previsto), c’erano tutti e poteva essere un bel viaggio; sì perché la serie è stata cancellata dopo una sola stagione, sembra a causa di uno scarso risultato in termini di apprezzamento da parte del pubblico in concomitanza con un aumento non previsto del budget. Peccato, anche perché l’ultimo episodio della prima e unica stagione, stava prendendo una piega piuttosto interessante.

In conclusione, vale la pena vedere una serie rimasta incompiuta? Dipende, secondo me è comunque interessante, perciò se avete la curiosità di esplorare questo mondo, guardatela con la consapevolezza che non ne vedrete la conclusione; se invece non avete tale curiosità e non sopportate il fatto di non poter completare ciò che avete iniziato, allora lasciate stare, perché non fa per voi. A me la serie è piaciuta, il problema è solo quello, per poterne godere appieno la serie doveva continuare nei suoi sviluppi. Comunque se volete dare una sbirciatina, non è neanche molto lunga, sono infatti solo otto episodi. Fate voi… a chi l’ha vista invece chiedo, come l’avete trovata? Vi è piaciuta?

Se vi piace il mondo della narrativa fantastica, leggete il mio romanzo d’esordio: Paride Royl e la lanterna dei sogni perduti, lo trovate sia in ebook che in versione cartacea su tutti gli store online oppure ordinandolo direttamente in libreria.

Serie: House of Ninjas

Una famigli di Ninja, che in seguito alla morte di uno dei componenti della famiglia, appende la katana al chiodo. Questa è la base di partenza della serie tv di Netflix: House of Ninjas, diretta da Dave Boyle.

Chi sono i ninja

Forse sarebbe più corretto dire, chi erano i Ninja; beh, nel medioevo giapponese erano delle spie, il corrispettivo degli attuali agenti segreti. Erano in grado di infiltrarsi oltre le linee nemiche per carpire informazioni, uccidere o compiere azioni di guerriglia. Come viene più volte detto nella serie, Ninja è un termine grossolano, essi si riconoscono infatti nel nome: Shinobi che significa nascondersi.

Cosa mi è piaciuto

Cosa mi è piaciuto di questa serie? Diverse cose, i filmati sono piuttosto dark ma non troppo, c’è, secondo me la giusta dose di luce e ombra e non mi riferisco alla fotografia, o non solo visto che ha la sua importanza ma all’atmosfera creata. È leggero quando deve esserlo ma crudo al momento e al punto giusto; se una lama ti affetta, ti affetta, non è uno scherzo. La colonna sonora mi è piaciuta moltissimo e mi è particolarmente piaciuta in alcune scene, come quella in cui la famiglia ninja torna a combattere insieme, all’interno di un magazzino.

Cosa non mi è piaciuto

La serie, coniuga molto bene, caratteristiche orientali e un punto di vista prettamente occidentale rendendola molto attraente secondo i canoni non orientali ma rimangono alcune gestualità in stile giapponese, forse mutuate da teatralità culturali proprie, che però mi fanno un pò storcere il naso quando le vedo, perché mi sembrano forzature innaturali e quindi non necessarie.

In conclusione

In conclusione, non è certo un capolavoro ma è una buona serie composta da solo otto episodi. Adatta a chi ama la cultura orientale e giapponese in particolare, molto ben costruita e divertente, perfetta per chi inoltre vuole staccare la spina per qualche ora. Buona serie, ottima come svago.

Per chi vuole, ecco i link ai miei libri:
È solo un gioco
Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

È la lettura?

Foto di Jose Antonio Alba da Pixabay

Nel precedente articolo abbiamo parlato della possibilità di usare la scrittura come mezzo per la propria ricerca ed evoluzione personale; la domanda ora è: può esserlo anche la lettura? Come nel precedente articolo e per quello che abbiamo detto proprio in quell’articolo, io direi prima di subito, sì; ma questo non aiuterebbe molto. Il mio intento non è certo quello di dare risposte ma fornire spunti per il lettore interessato che poi autonomamente andrà ad approfondire. Bene, vediamo qualche spunto:

Leggere per sapere

Questa è la lettura probabilmente più diffusa e utilizzata al mondo, sia che si tratti di informazioni personali apprese tramite una delle innumerevoli chat che imperversano nella rete, sia che si tratti di articoli di giornale per conoscere i fatti del giorno, della settimana o altro. Tra queste letture possiamo anche e soprattutto annoverare i libri di testo scolastici, trattati tecnico-scientifici e molto altro ancora. Una lettura informativa, a più livelli, sia orizzontali che verticali. Tutto ciò soddisfa il nostro bisogno di sapere, di conoscere informazioni utili a livello personale, familiare, professionale e sociale.

Leggere per comprendere

Una forma di lettura più “elevata” è quella di leggere per comprendere. Tra gli articoli di un giornale per esempio oltre alle informazioni”utili”, possono esserci degli editoriali o approfondimenti di un tale problema che ci inducono a riflettere, a pensare, per comprendere quel dato problema. Un libro che parla della situazione socio-economica di un paese asiatico, altro esempio, può aiutarci a comprendere il perché di determinate scelte e situazioni operate o riguardanti quello specifico paese così come un buon libro di storia può farci comprendere i motivi di una certa situazione attuale. Perché dico che è una forma di lettura più elevata? Perché non solo ci fornisce delle informazioni utili ma ce ne spiega anche i motivi, inoltre induce il lettore a valutare criticamente le informazioni ricevute. Un approfondimento privo di riferimenti certi o prove documentali inoppugnabili, o quasi, non può essere preso per la verità ma è una possibilità da verificare e quindi può rendere il lettore, parte attiva nella ricerca.

Leggere per svago

Leggere per svago non è meno importante e interessante di leggere per comprendere o per sapere. Non è da sottovalutare il potere dell’intrattenimento, considerando i livelli di stress raggiunti da questa nostra moderna società e considerando i danni presenti e futuri di tale situazione. Leggere qualcosa di leggero e superficiale può portarci a intendere che al di sotto, più in profondità si celano insperate ricchezze pronte a essere disvelate al lettore più attento.

Leggere per evolvere

Dalla lettura per svago alla lettura per evolvere il passo può essere più o meno lungo ma vale la pena farlo; e non parlo di letture new-age, self-help o a trattati mistici tradizionali o alternativi ma del buon vecchio romanzo, di storie di formazione, biografiche o completamente inventate, storie fantastiche e prive di qualsiasi fondamento o collegamento con il mondo reale ma estremamente più reali di qualsiasi densa realtà fisica perché anche se non si vedono, le emozioni, i pensieri e la comprensione dell’animo umano, sono dannatamente reali, per parafrasare un famosissimo film, sono più reali del reale. A volte tra le righe di quelli che possiamo considerare anonimi romanzi, si nascondono dei veri tesori. Certo, il libro e l’autore devono essere interessanti, in qualche modo, ma a volte chi nasconde in una storia, tali tesori, lo fa inconsciamente. Nel mondo dell’editoria possono nascondersi veri e propri maestri a volte superiori a quelli riconosciuti come tali. Ma è sempre così? No naturalmente per questo occorre una ricerca, occorre afre uno sforzo consapevole che ci consegni del materiale su ci lavorare e migliorare.

E voi leggete? E per quale motivo?

Lascio i link ai miei libri:

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

È solo un gioco

La scrittura può essere considerata un percorso interiore?

Foto di scnupage da Pixabay

La scrittura potrebbe essere un metodo? Un percorso interiore per migliorare e arricchire sé stessi? Qualcosa che ci porteremo dietro per sempre?

La scrittura

La scrittura, che tutti conosciamo, è il modo con cui rappresentiamo le lettere che combinate insieme tra loro e con l’aiuto di segni di interpunzione come il punto, la virgola e il punto e virgola, formano parole e frasi di senso compiuto. Detto così sembra abbastanza semplice ma in effetti la scrittura non è semplicissima, cioè lo è e non lo è, perché finché restiamo nell’ambito della scrittura atta a veicolare informazioni, a parte la conoscenza delle stesse, beh è relativamente semplice, io scrivo un informazione, tu la leggi e acquisisci l’informazione che volevo darti, generale o particolare che sia. Ma quando entriamo nell’ambito della scrittura creativa di semplice non c’è più nulla, il solo scrivere migliaia di parole per creare una storia non è per nulla semplice se poi aggiungiamo che tali parole e frasi, che costituiscono i capitoli di un romanzo, devono anche intrattenere, interessare ed emozionare beh, allora non c’è nulla di più complesso. E naturalmente è proprio questo il tipo di scrittura di cui ci interessiamo. La scrittura creativa.

Un percorso

Proviamo ora a pensare a cosa sia un percorso, così senza contestualizzare è la strada, più o meno fisica che porta da un punto A a un punto B. Ora nel caso di una strada, può essere un percorso che ci porta da Roma a Milano o da Torino a Napoli e via dicendo ma se parliamo di un percorso interiore, è sempre una strada, che ci porta da un punto A a un punto B ma il punto A in questo caso non è un luogo fisico ma uno stato interpersonale così come il punto B, in base alle proprie convinzioni e credenze. Quindi un percorso interiore efficace ci porterà, se sapremo percorrerlo, da uno stato interiore meno evoluto, a uno stato interiore più evoluto o comunque più vicino al nostro ideale di evoluzione o miglioramento. La domanda quindi è, la scrittura creativa può aiutarmi a migliorare me stesso al fine di raggiungere un elevato progresso spirituale? Ma prima di rispondere continuiamo con la nostra disamina.

La vita stessa come percorso

A me personalmente verrebbe da rispondere di sì, senza alcun dubbio ma voglio spiegarmi un pò meglio per permettere a chi legge di valutare e prendere in considerazione tale eventualità. Abbiamo detto che la scrittura creativa è un sistema molto complesso per rappresentare realtà altre e che va oltre ai segni utilizzati per padroneggiarla; poi abbiamo detto che un percorso interiore deve portare il “praticante” a un livello superiore in funzione di propri interessi e convinzioni, ora possiamo aggiungere, per completare il quadro, che ogni cosa che facciamo nella vita può essere inteso e affrontato come un percorso di crescita e miglioramento interiore in base al nostro grado di consapevolezza. Se per alcuni alzarsi al mattino per andare al lavoro o studiare, è solo una scocciatura; per costoro, il risveglio non può essere una pratica spirituale. Se per altri, invece, il risveglio non può che essere un miracolo dell’anima che rinasce ogni volta a nuova vita, va con se che per costoro, svegliarsi al mattino può essere anche una pratica spirituale. In questo senso la vita stessa è un percorso di maturazione dell’anima e la consapevolezza che essa reca con sé determina la sua capacità di accorgersi di tutto ciò e trasformare o meglio realizzare ciò che da sempre è stato, è e sarà.

Scrivere anche per se stessi al fine di migliorarsi

Detto ciò risulta evidente che ogni cosa può essere un percorso interiore e quindi anche la scrittura e in particolare, la scrittura creativa. Per questo tuti i motivi per i quali uno scrive hanno una loro intrinseca nobiltà, che si tratti di guadagnarsi la scorza, divertirsi, divertire o scrivere per la gloria. È chiaro che tutte queste cose sono solo alcune sfaccettature di qualcosa di più grande. È logico che scrivere, a qualsiasi livello lo si faccia, significa osservare, imparare, conoscere, anche poco, ma quel tanto che basta per poter ottenere qualcosa di dignitoso e prima o poi, confrontarsi con ciò che siamo, cosa ci spinge a fare ciò che facciamo, veramente. Tutto ciò significa entrare profondamente in sé stessi per comprendere meglio le ragioni del nostro agire e di conseguenza del perché siamo su questa terra e infine, io credo, che anche se non ci fosse una ragione, dovremmo comunque inventarla.

L’argomento naturalmente è enorme e non si può esaurire in poche righe ma come al solito, spero di aver offerto spunti per una ricerca personale sia in chi scrive ma anche in chi legge.

Ecco i link ai miei libri:
È solo un gioco
Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

4 Buoni motivi per iniziare a leggere + 3 che non immagineresti

Foto di Evgeni Tcherkasski da Pixabay

Oggi con il sovraffollamento mediatico-visivo, non siamo più abituati a leggere. Leggiamo sempre di meno e a causa di ciò stiamo perdendo molti dei benefici prodotti dalla lettura costante. Ma quale sono questi benefici? Vediamone alcuni, secondo me molto importanti, più alcuni che forse non immagineresti.

Primo motivo

È come meditare: per leggere dobbiamo escludere dalla nostra mente tutto ciò che non riguarda l’oggetto della nostra attenzione per focalizzarci solo ed esclusivamente su ciò che stiamo leggendo, esattamente come nella meditazione e in modo particolare nelle meditazioni guidate che vanno tanto di moda oggi. Inoltre occorre aggiungere che così come la meditazione, leggere ci permette di abbattere l’ansia e lo stress in modo però più divertente, possiamo infatti lasciare per qualche tempo le preoccupazioni del mondo per dar libero sfogo alla fantasia visitando mondi e universi più o meno fantastici o più o meno reali a seconda dei nostri interessi e delle nostre inclinazioni, idee, credenze e convinzioni.

Secondo motivo

Ci permette di apprendere nuovi vocaboli: nel linguaggio d’uso comune tendiamo a restringere il campo a un certo numero di parole; basti pensare che la base dati enciclopedica e lessicale della Treccani si compone di ben 427.000 parole e nell’uso comune, quotidianamente, ne usiamo meno di 7.000, ebbene leggendo possiamo ampliare il nostro vocabolario avendo così la possibilità di esprimerci meglio e di comprendere meglio discorsi e pensieri articolati e complessi.

Terzo motivo

Possiamo imparare dall’esperienza e dalle conoscenze altrui: viviamo una sola vita e in questa nostra unica vita, possiamo fare tante cose ma non possiamo fare tutto, abbiamo quindi dei limiti sia spaziali che temporali per non parlare delle opportunità, di eventuali vantaggi e degli introiti che possiamo destinare alle nostre avventure che sono, per la maggior parte di noi, piuttosto limitati. Ma se ci tuffiamo nelle tante avventure che i libri ci mettono a disposizione, possiamo imparare dalle peripezie dei nostri amati personaggi. Dai romanzi storici possiamo apprendere non tanto i fatti e le motivazioni storiche che possono essere più o meno affidabili ma sicuramente le informazioni riguardanti la vita quotidiana dei personaggi nelle varie ambientazioni che possono essere ottocentesche, medievali, rinascimentali o antiche, per via del fatto che, mentre per quanto riguarda i fatti storici, questi possono essere poco accurati sia perché oggetto di dispute tra gli studiosi stessi o per la necessità di rendere il romanzo più interessante, per gli usi nella vita quotidiana dell’epoca invece, l’autore avrà fatto sicuramente una ricerca molto minuziosa. Se le motivazioni fantasiose che hanno portato dei paesi in guerra possono essere accettate e perdonate, altrettanto non si può dire per i dettagli anacronistici del vivere comune; a tal proposito, i libri del passato che ci mostrano il mondo dei tempi andati, possono essere delle vere miniere d’oro, basti pensare ai libri di Charles Dickens per esempio. Possiamo inoltre imparare molto dai romanzi di avventure dove il protagonista si sposta da un paese all’altro, che sia ambientato nel presente o anche nel passato. E che dire di tutti i libri che parlano di avventure marinaresche, e chi non ha imparato termini come babordo, tribordo, poppa, prua, stiva e albero maestro se non da qualche romanzo o racconto del genere. E chi non ha imparato dei termini scientifici grazie ai romanzi, film o fumetti di fantascienza? E che dire delle procedure giudiziarie o investigative e non ditemi che avete imparato a scuola cosa sono le impronte digitali o il guanto di paraffina. Beh, inutile citare tutte le possibilità, perché sono davvero tante, ciò che importa davvero è che ogni libro, per piccolo che sia, può rappresentare un vero tesoro di conoscenza perché tutti possono insegnare almeno una cosa e da tutti si può imparare.

Quarto motivo

Ci permette di capire meglio gli altri: entrando nelle loro vite, possiamo comprenderli meglio, capire le loro ragioni anche se poi non le condividiamo. Leggendo, possiamo permetterci di entrare in una vita che non vorremmo vivere perché troppo rischiosa, troppo dolorosa o semplicemente perché il nostro stile e modo di essere è ben lontano dalle vite di personaggi che potremmo considerare troppo estremi, crudeli, arroganti e privi di scrupoli ma possiamo comunque vivere le loro esperienze grazie ai racconti e alla nostra immaginazione, protetti ma non per questo non in grado di provare emozioni profonde o attivare acute riflessioni, ragionando sugli accadimenti, interrogandoci sul cosa avremmo fatto noi al posto del protagonista. Saremmo stati migliori? Più coraggiosi o più paurosi? Più onesti o l’occasione ci avrebbe trasformati in ladri? Davanti alle prepotenze ci saremmo arrabbiati o ci saremmo voltati dall’altra parte? Insomma da che parte saremmo stati? Penso che indagare nel profondo di se stessi sia uno dei doni più interessanti che la lettura ci metta a disposizione, quello che poi troviamo, sta a noi valutarlo e forse un giorno scopriremo che in fondo, le varie “carcasse” che incrociamo ogni giorno, ci somigliano più di quanto avessimo potuto immaginare.

Bene, penso che già questi quattro motivi siano abbastanza validi ma ce ne sono altri che, malgrado siano abbastanza intuitivi, io non avevo neanche preso in considerazione, eccoli:

1-Come dicevamo, leggere è come meditare ed è proprio questa la chiave di volta perché leggendo si possono ottenere gli stessi benefici della meditazione. Il primo è che allentando la tensione, riduce lo stress ed esercita un’azione benefica sul sistema cardiovascolare aiutando quindi a controllare la pressione sanguigna.

2-La concentrazione utilizzata nella lettura mantiene attivo il cervello aumentandone la capacità di memorizzazione e inoltre aiuta a ridurre il rischio di malattie come la demenza senile.

3-Da alcuni studi sembra emergere che leggere almeno 30 minuti al giorno aumenti l’aspettativa di vita rispetto a chi non legge.

Come dicevo all’inizio, leggere è come meditare, questa è la chiave di volta; ciò significa che è logico pensare che gli stessi effetti positivi esercitati dalla meditazione possano essere esercitati dalla lettura ma questi sono solo spunti e chi è interessato può approfondire come meglio crede. Infine, sono convinto che il motivo più importante di tutti sia che leggere equivalga a intraprendere un percorso all’interno di se, nel proprio cuore e nella propria mente ovvero nei meandri più nascosti della propria anima.

Ecco i link ai miei libri:
Paride Royl e la lanterna dei sogni perduti
È solo un gioco

Nathan Never n°2: Il monolito nero

Nel monolito nero, Nathan Never, si ritrova come nemico un uomo che vuole sfruttare la credulità popolare per fare quattrini e per evitare di essere scoperto, costui deve far sparire un famoso film del passato di cui è rimasta una sola copia e se la contenderà con un ricco collezionista senza scrupoli.

La copertina

La copertina che è sempre fondamentale perché da sola può fare mezzo albo nel senso che in molti casi si decide di acquistare un fumetto in base a quanto attrae la copertina; nel caso in cui siate dei lettori acquisiti, no, è ovvio, ma per i nuovi direi proprio di sì e in questo caso, per me, che non sono un esperto ma un appassionato, la copertina è molto bella ed efficace.

I disegni

I disegni anche in questo secondo numero mantengono la capacità di restituire atmosfere alla Blade Runner e mi sembra che ci sia un miglioramento soprattutto nei primi piani dei personaggi e in particolare del protagonista.

La storia

La storia mi è piaciuta un pò meno del primo episodio ma molto interessante e apprezzabile è l’omaggio a Stanley Kubrick e al suo film forse più rappresentativo e famoso: 2001 Odissea nello spazio.

Stanley Kubrick

Stanley Kubrick è stato uno dei registi più importanti della storia del cinema e oltre a, 2001: Odissea nello spazio vanta titoli celeberrimi come, Spartacus, Il dottor Stranamore, Arancia meccanica, Shining e Full metal Jacket.

I mutati

Si introducono anche i mutati, cioè esseri di tipo umanoide creati in laboratorio; anche se poi ne è stata vietata la produzione, quelli esistenti vivono ai margini della società diventando così manovalanza per la criminalità più o meno organizzata.

Nel complesso, questo episodio mi è piaciuto ma noto un calo della storia rispetto al primo episodio, nel senso che cattura un pò meno l’interesse del lettore.

Albo: Nathan Never n°2
Editore: Sergio Bonelli Editore
Titolo: Il monolito nero
Ideazione: Medda, Serra & Vigna
Soggetto e sceneggiatura: Antonio Serra, Michelle Medda e Bepi Vigna
Disegni: Germano Bonazzi
Lettering: Francesca Piovella
Copertina: Claudio Castellini

Se desideri leggere il mio romanzo fantasy, si cartaceo che in ebook, puoi trovarlo a questo link:
Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

La mia raccolta di poesie invece la puoi trovare a questo link:
È Solo un Gioco

Nathan Never n°1: Agente speciale Alfa

Ho deciso di tornare a leggere Nathan Never di cui avevo letto alcuni episodi anni fa; mi sono quindi messo alla ricerca dei numeri precedenti per recuperare l’intera saga e sono riuscito a trovare un collezionista che mi ha venduto oltre 200 numeri, i primi 213 per l’esattezza, delle avventure futuristiche dell’eroe bonelliano mentre gli altri numeri li prenderò direttamente sul sito della Bonelli ma per ora sono a posto; naturalmente continuo a prendere le regolari uscite mensili.

Ma chi è Nathan Never?

Ma chi è Nathan Never? È il personaggio di uno dei fumetti editi dalla Sergio Bonelli Editore e dal lontano 1991 è andato a colmare un vuoto editoriale per la mancanza di una storia e un personaggio della fantascienza. L’albo si ispira evidentemente al film del 1982, Blade Runner riportando su tavole le atmosfere cupe e distopiche del cult interpretato da Harrison Ford.

Agente speciale Alfa

Il primo albo della serie si intitola; Agente speciale Alfa e tratta subito il tema dei robot come si può capire dalla splendida copertina di Claudio Castellini e come dicevamo in precedenza richiama direttamente il tema e le atmosfere di Blade Runner.

City News

Bonelli utilizza un simpatico stratagemma per introdurre al lettore, il tema del fumetto e cioè pubblica un articolo del giornale, dell’universo di Nathan Never; City News. L’articolo in questo primo numero ha per titolo: AL SERVIZIO DEL CITTADINO, Parla Edward reiser, direttore dell’Agenzia Alfa. L’articolo quindi, in questo primo numero viene usato per dare informazioni sull’agenzia.

La scheda tecnica in terza di copertina

Molto interessante anche la scheda tecnica a fine fumetto che spiega il funzionamento di macchine, strumenti e attrezzature usate nelle storie, in questo caso dell’Esoscheletro potenziato MS2, un robot a guida umana adibito al mantenimento dell’ordine pubblico.

La mia opinione

Sono contento di aver preso i fumetti di Nathan Never e il mitico numero 1, per quanto mi riguarda, non delude le aspettative. La storia è buona così come lo sono i disegni. Leggendo il fumetto in questione e l’editoriale di Sergio Bonelli, si comprende come il team di ideatori, scrittori e disegnatori abbiano prodotto un mondo fantascientifico già completo a partire dal primo numero, facendo un grande lavoro di progettazione della saga. Interessante la citazione del protagonista, delle tre leggi della robotica ideate dallo scrittore di fantascienza Isasc Asimov. Certo, nel lontano giugno del 1991, quando uscì la serie, eravamo ancora lontani dal problema dei robot integrati nella nostra società ma oggi non è più così e forse sarebbe opportuno riflettere sulle leggi della robotica, prima che sia troppo tardi.

Prima legge

Un robot non può recare danno agli esseri umani ne permettere che gli esseri umani ricevano danno a causa di un suo mancato intervento.

Seconda legge

Un robot deve obbedire agli ordini degli esseri umani a patto che tali ordini non contrastino con la prima legge.

Terza legge

Un robot deve salvaguardare la propria esistenza purché ciò non contrasti con la prima e la seconda legge.

Albo: Nathan Never
Titolo: Agente speciale Alfa
Uscita: giugno 1991
Editore: Sergio Bonelli Editore
Copertina: Claudio Castellini
Storia: Antonio Serra
Disegni: Claudio Castellini
Ideazione: Medda, Serra & Vigna
Lettering: Francesca Piovella

Se vuoi leggere il mio romanzo fantasy, lo puoi trovare a questo link
Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti
in versione stampata o ebook

Se vuoi leggere la mia raccolta di poesie, la puoi trovare a questo link
È solo un gioco

Come ti demolisco i 3 principali alibi per non leggere

Foto di 愚木混株 Cdd20 da Pixabay

In Italia effettivamente non si legge molto. Provate a pensare alla cerchia dei vostri parenti, amici, colleghi e conoscenti, quanti di loro leggono abitualmente? Molto pochi. Potrei azzardare un 10% a tenermi largo ma non credo che sia attendibile come percentuale. Se si arriva all’otto percento e veramente tanto grasso che cola. Chi non legge non vuole leggere o non vuole fare un piccolo sforzo per acquisire un’abitudine molto ma molto positiva.

I benefici della lettura

I benefici dati dalla lettura sono molteplici e importantissimi, voglio ricordarne alcuni solo per permettere al lettore di riflettere sull’importanza di tale buona abitudine.

È rilassante, leggere allenta la tensione e ci permette di staccare la spina dalle nostre occupazioni e preoccupazioni quotidiane; in effetti è come fare una piccola meditazione.

Amplia il nostro vocabolario e ci permette di esprimerci meglio, il che è una mano santa visto che stiamo, come società, riducendo i termini d’uso comune, usiamo sempre meno parole e quelle che usiamo, vanno verso un impoverimento del loro stesso significato.

La possibilità di esprimerci meglio condiziona positivamente la nostra capacita di esprimere pensieri complessi. Sì, perché il linguaggio è strettamente connesso alla nostra capacità di pensare. Di fatto, noi pensiamo anche e soprattutto parlando. Il linguaggio contribuisce a migliorare il livello del nostro pensiero e pensando in modo più accurato si arricchisce il linguaggio stesso, instaurando un circolo virtuoso. Ma torniamo al nocciolo della questione, gli alibi per non leggere.

Alibi n°1

Non ho tempo

Molto spesso, parlando con persone che non leggono molto anzi che non leggono affatto, si sentono in dovere di giustificare la “mancanza” dicendo di non avere tempo. Ebbene, io sono sicuro che nella stragrande maggioranza dei casi, il tempo c’è eccome! Semmai il problema è dare priorità ad attività che non meritano più di pochi minuti al giorno come, per esempio, navigare tra i social. In realtà, ve benissimo aggiornare o sbirciare tra le pagine di facebook o twitter ma se continuiamo a farlo solo per ammazzare il tempo, beh allora sarebbe meglio fare altro. Ci sono molti esempi di come si può impiegare meglio il tempo che abbiamo a disposizione. Come dici? Quali? Ti illumino seduta stante; prima di andare a dormire, sarebbe buona abitudine leggere qualche pagina, così possiamo staccare dagli “schermi” e prepararci meglio per la notte oppure, se sei un pendolare, prova a leggere un libro mentre sei in viaggio o ancora, sei in attesa dal dentista, dall’estetista o dal barbiere? Puoi leggere un buon libro mentre aspetti e inoltre, se accompagnate i vostri figli a scuola, li riprendete anche immagino e allora mentre aspettate quei dieci minuti, leggete qualcosa, qualsiasi cosa possa piacervi. Oltre alla scuola, li accompagnate in palestra, a musica, a teatro o in piscina? Perché non approfittare dei tempi morti per leggere un po?

Alibi n°2

Non ho spazio

Un altro alibi molto in voga è, non ho spazio. Ebbene, intanto non vi serve uno spazio enorme per poter sistemare almeno una ventina di libri. Un paio di ripiani larghi una cinquantina di centimetri possono contenere dai quaranta ai sessanta libri, a seconda della grandezza. Per leggere diciamo, cinquanta libri, avrete bisogno, visto che non siete lettori accaniti, di una decina d’anni, perciò con due ripiani o mensole da 50 cm. state a posto per dieci anni. Eh sì, è dopo? Direte voi; dopo, vi rispondo io, se avete spazio, potete aggiungere ripiani o mensole alla vostra libreria altrimenti potete recuperare degli spazi inutilizzati e se non ne avete, potrete semplicemente scambiare i vostri libri con quelli di altri lettori, così risparmiate pure o scambiarli nelle stazioni librarie, cioè quei posti messi a disposizione da esercizi commerciali, dove poter prendere un libro lasciandone un altro ma se proprio ci tenete ad avere con voi tutti i vostri libri, potrete anche decidere di leggere in digitale. Gli e-reader in commercio sono ormai molto performanti e anche se non potrete sfogliare della vera carta, restituiscono un’esperienza di lettura molto simile a quella dei libri cartacei, pensate che potrete leggere in piena luce solare, non affaticano gli occhi come fanno i tablet o i cellulari e possono contenere migliaia di opere, più spazio di così.

Alibi n°3

I libri costano troppo

I libri costano troppo. M è davvero così? Allora, un libro può costare da pochi centesimi a svariate decine di euro salvo casi particolari in cui si superano i cento euro a seconda del libro, se sia digitale o cartaceo, il numero di pagine, la carta utilizzata, la copertina, l’autore ecc. Dire perciò che i libri costano troppo è un pò vago ma teniamoci sul cartaceo medio, diciamo che un libro costa venti euro e cioè meno di un videogioco, per esempio ma vi dirò di più, se fumate, non spendete almeno 20/25 euro a settimana? A settimana… se leggete un libro al mese, spendete 20 euro al mese, un quarto per quanto spendereste in sigarette. Se acquistate un libro al mese spenderete meno, ma molto meno di una colazione al giorno, diciamo un quarto della colazione. Se poi leggete in digitale, ci sono libri dal costo bassissimo, meno di 5 euro, per non parlare dei classici o altri libri a 0 euro. Inoltre esistono ancora le biblioteche comunali che mettono a disposizione cataloghi importanti senza alcun costo, voi vi iscrivete, chiedete in prestito un libro, lo leggete, lo riportate e ne prendete un’altro, non mi sembra affatto male.

Bene, spero di avervi convinto che se volete potete leggere senza problemi, la lettura è davvero per tutti e se avete deciso di farlo, ricordate che non dovete leggere come un forsennato perché c’è il tale tipo che legge 50/100 libri all’anno ma prendetevi il vostro tempo e divertitevi lasciando andare la vostra mente e il vostro cuore fino a giungere lì dove nessuno è mai giunto prima e sì perché ovunque andrete con l’immaginazione ci andrete solo voi, è il vostro viaggio e malgrado possa essere effettuato da tutti, il vostro è solo vostro.

Ecco i link per acquistare i miei libri:

È Solo un Gioco

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

Fumetti Italiani

Foto di Soraia Sofia Geraldes da Pixabay

Quando si parla di fumetti italiani, inevitabilmente si parla dei fumetti Bonelli. Non importa se sia stato o no il primo a fare fumetti in Italia ma nell’immaginario collettivo è il primo e sicuramente il più importante produttore di fumetti.

Tex

Tex è certamente il personaggio di punta in casa Bonelli e fa un po’ parte di quel gruppo di eroi che seguivo da ragazzino, almeno per quanto riguarda i fumetti di casa nostra. Tex è il simbolo non solo della Sergio Bonelli Editore S.P.A. ma di un’intera generazione e di un modo di vivere che ormai non esiste più. Sì, perché Tex era un eroe del west e a quei tempi, diciamo tra gli anni sessanta e ottanta, il west andava forte, nei fumetti e al cinema, beh a onor del vero, negli anno ottanta al cinema, non più tanto. Poi, oltre a essere un eroe dei fumetti e del west, era anche il simbolo di un divertimento stranissimo, guardare dei disegni con attaccate delle nuvole in cui si possono leggere le parole pronunciate dai personaggi. Un’altra era, eppure ancora si stampano fumetti, non tanti come prima ma si stampano.

Gli altri bonelli

Oltre a Tex, per quanto riguarda i fumetti italiani, leggevo “Il comandante Mark”, “Il piccolo ranger” e il mio preferito, Zagor. Escludendo il coamndante Mark che era ambientato nel 1700, gli altri due erano ambientati nel mondo del far west. Inizialmente, volendo tornare a leggere fumetti (dopo molti anni), ho optato per i manga che mi sembravano molto interessanti, soprattutto perché le storie non sono infinite ma si concludono. Ora però sento il bisogno di tornare a leggere un pò di fumetti classici, italiani, tra quelli che intendo leggere, alcuni ne ho già letti in passato, ci sono Dylan Dog, Martine Mystere e Nathan Never. Dylan Dog e Nathan Never, come dicevo, già li conosco e Martine Mystere, solo di nome. Ma perché tornare a leggere il fumetto italiano e “bonelliano”, quando i manga sono molto più moderni e in linea con il mondo attuale e inoltre hanno, per me, delle indiscusse qualità, come storie che finiscono, gente che muore, cose che cambiano? Essenzialmente per due motivi, il primo sono i disegni, sicuramente sarà un problema mio ma i personaggi dei manga si confondono un pò e questo infastidisce la mia lettura. Il secondo motivo e che mi piace il formato un po’ più grande 16×21, con tavole più “pulite” e un formato simile a quello dei libri, rispetto al classico formato manga 12×18. Queste mie preferenze mi fanno apprezzare maggiormente l’esperienza di lettura dei fumetti, in quanto alle storie mi riservo di parlarne man mano che le letture proseguiranno.

Le sfide del fumetto italiano

Negli anni, i personaggi e gli albi editi da Bonelli, sono diventati tanti, ne cito qualcuno, solo a titolo di esempio:

Mister No, un ex combattente della seconda guerra mondiale che sceglie di allontanarsi dalla civiltà e guidare i turisti nei cieli della giungla amazzonica degli anni cinquanta.

Il cacciatore di killer, Morgan Lost

Dragonero, cacciatore di draghi.

Dampyr, figlio di un vampiro e di una donna umana.

Julia, la criminologa.

Lo sciamano bianco, Magico Vento.

E molti altri ma voglio segnalare un albo molto interessante, Le Storie. Basato su storie e protagonisti sempre diversi.

Una grande ricchezza quindi di storie e personaggi ma penso, e non credo di sbagliarmi di molto, che il fumetto in Italia ma probabilmente anche nel resto del mondo, abbia un problema, anzi più d’uno ma il più importante è la sopravvivenza. In un mondo che viaggia a velocità pazzesche, leggere nuvole d’inchiostro con disegni stampati su carta sembra roba preistorica e probabilmente lo è ma questo non significa che non possa avere un’attrattiva oppure che non possa veicolare valori o del sano divertimento. Sono convinto che se tanti della mia generazione leggono libri, questo è dovuto anche, in buona parte, al mondo del fumetto che ci ha trasmesso l’amore per la lettura poi, la curiosità, la voglia di conoscenza, la passione per l’arte e la crescita sia esteriore che interiore, hanno fatto il resto. Il fumetto è stata la prima lettura di tantissimi ragazzini che in seguito, come me, sono passati alle riviste, ai quotidiani e naturalmente ai nostri tanto amati libri.

La seconda sfida che il fumetto ha davanti, credo che riguardi il modo in cui vengono concepite le storie che devono essere fatte per finire, le persone muoiono e le cose cambiano questo io credo che sia legato a doppio nodo con la sfida precedente. Non bisogna aver paura di non avere più il personaggio, una bella saga scritta, resta scritta, può vendere a diverse generazioni, avremmo inoltre più personaggi e un maggiore appeal tra i giovanissimi.

La terza sfida riguarda l’esigenza di non scimmiottare il mercato d’oltreoceano, non dobbiamo creare storie o saghe fotocopia ma sfruttare il genio e la sregolatezza all’italiana.

Leggete italiano

Oltre ai fumetti Bonelli ci saranno realtà meno note o anche autori autoprodotti che io non conosco ma penso che sia importante leggere italiano. Leggete e leggete italiano; il fumetto può essere molto distensivo e anche molto istruttivo, il livello dei disegnatori oggi è molto alto e le rappresentazioni sono straordinarie. Possiamo contribuire alla rinascita di un’arte fantastica che potrà dare gioia e impulso alle generazioni future. Solleviamo la testa dai telefoni, torniamo a un intrattenimento anche più interiore, integriamo le forme d’arte e di intrattenimento del passato nel nostro arsenale, vastissimo, di giochi e divertimenti. Se avete dei figli, provate a regalargli un “giornaletto”, se si appassionerà contribuirete a formare persone migliori e ve ne saranno grati in eterno. È vero che i fumetti oggi costano molto di più che in passato ma è altrettanto vero che anche tutto il resto costa di più; con l’equivalente di quattro caffè, potete comprare un albo mensile, dieci albi mensili costano quanto un videogioco e se fumate… che ve lo dico a fare.

Un’ultima segnalazione, Bonelli Digital Classic, i fumetti Bonelli in digitale, acquistabili con un abbonamento annuale.

Insomma io voglio tornare a leggere fumetti italiani, sono convinto che vadano sostenuti e penso che potranno essere una risorsa importante e una ricchezza da preservare per le generazioni future e voi cosa ne pensate?

Per acquistare i miei libri:

È solo un gioco

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

Buona Pasqua a tutti i lettori

Foto di 12019 da Pixabay

La legge di Lidia Poët

“La legge di Lidia Poët”, è una serie tv italiana uscita su Netflix nel 2023 per la regia di Matteo Rovere e Letizia Lamartire. La serie è interpretata da Matilde De Angelis, Eduardo Scarpetta e Pier Luigi Pasino nei ruoli rispettivamente di, Lidia, Jacopo ed Enrico. L’ambientazione è a Torino, negli anni 80 del 1800.

Chi è Lidia Poët?

Ma chi è Lidia Poët? Ebbene, Lidia Poët è stata la prima donna italiana a essere iscritta all’Ordine degli avvocati. Ordine da cui fu estromessa perché all’epoca la legge italiana non ammetteva esplicitamente le donne all’esercizio di determinate funzioni pubbliche. Lidia Poët esercitò comunque la professione come assistente del fratello anch’egli avvocato. Lidia Poët fece ricorso ma non riuscì a vincerlo e fu solo molti anni più tardi che ottenne il giusto riconoscimento e l’ammissione all’ordine grazie a un intervento legislativo specifico che finalmente permetteva alle donne di accedere alle funzioni dei pubblici uffici e quindi all’Ordine degli avvocati e praticare la professione.

Il giallo all’italiana

Sostanzialmente la miniserie è un giallo all’italiana. No, non mi riferisco al cosiddetto giallo all’italiana, cioè quel filone cinematografico in stile giallo-horror ma proprio a un giallo di tipo classico prodotto in Italia (anche se tramite Netflix), con un cast italiano e chiaramente recitato da italiani, cosa di per se né positiva né negativa ma semplicemente diversa dal giallo di tipo anglosassone a cui forse siamo più abituati. C’è poi da dire che l’audio in presa diretta con cui è stata girata la serie, restituisce qualità e sfumature straordinarie.

Una battaglia per i diritti delle donne

Oltre a essere un buon giallo di tipo classico, la serie ci conduce anche nella rivendicazione della protagonista a essere considerata, nel suo lavoro, al pari degli uomini. Ci parla dunque di una battaglia per i diritti delle donne ma più in generale di una battaglia per i diritti umani e lo fa semplicemente e direttamente, senza strafare, senza estremismi.

Controversie

Per la cronaca, ci sono state delle polemiche causate dalla reazione dei discendenti di Lidia Poët per come il personaggio sia stato raccontato nella serie e in particolare si fa riferimento al fatto che la protagonista venga descritta come una persona disinibita e dal linguaggio volgare, in alcuni casi. Per quanto mi riguarda, penso che una storia non debba essere necessariamente fedele alla realtà, l’importante è che sia bella e coinvolgente e se poi aiuta a far pensare e a discutere, va più che bene, in fin di conti perfino la Storia con la esse maiuscola è filtrata dall’occhio di chi la racconta eccetto per alcuni fatti assolutamente inoppugnabili. Da ricordare che la serie è “liberamente ispirata” alla vita di Lidia Poët.

Nel complesso, “La legge di Lidia Poët”, gode di una buona ricostruzione storica, scenografie e costumi di buon livello e una colonna sonora molto azzeccata ed efficace. Come si diceva in precedenza, l’audio in presa diretta, in questo caso è un’arma in più.

Ecco il link per l’acquisto del mio ultimo libro:È solo un gioco

Aristotele a Hollywood

Aristotele a Hollywood è un libro del 2002, scritto da Ari Hiltunen ed edito in Italia da Dino Audino. Parla di come le storie di successo, dall’antichità a oggi, abbiano mantenuto lo stesso schema narrativo, schema insegnato da Aristotele più di duemilatrecento anni fa.

Aristotele

Insomma, Aristotele, il famoso filosofo vissuto nell’antica Grecia di duemilatrecento anni fa, non era solo un filosofo ma molte altre cose. Basti pensare che si è occupato di politica, logica, fisica, metafisica e arte ed è proprio dedicandosi all’arte che redige un trattato, probabilmente a scopo didattico, dedicato alla tragedia.

La Poetica

La “Poetica”, è uno studio sulla nascita e l’evoluzione dell’arte drammatica greca, delle sue origini e di come costruire una struttura narrativa e con quale tipo di personaggi per catturare l’attenzione e l’interesse del pubblico ai fini di procurare loro un piacere derivante dallo svolgersi degli eventi culminanti in un finale risolutivo.

Hollywood?

Ma cosa c’entrano Aristotele e il suo studio sulla tragedia greca con Hollywood? Beh, a quanto pare tutti i film di maggior successo seguono uno schema delineato nella “Poetica” di Aristotele oltre duemila anni fa. Sembra strano ma effettivamente se si cerca di studiare la struttura narrativa dei grandi film di successo, otteniamo sempre, più o meno, la stessa intelaiatura. Cambiano i personaggi, i temi e le storie ma la struttura rimane la stessa, perché è quella che piace maggiormente, quella che ci da il “piacere pertinente” come lo chiama l’autore di questo libro.

Non solo cinema

A rendere ancora più interessante la cosa è che tale struttura di base non riguarderebbe solo il cinema e il teatro ma è adattabile a qualsiasi tipo di racconto come il romanzo o una storia utilizzata per comporre un moderno videogioco. Rappresenterebbe quindi un’importante area di studio per tutti gli scrittori, a prescindere dal mezzo con il quale sceglieranno di raccontare le proprie storie.

Concludendo

Concludendo, è un testo molto bello e dal contenuto estremamente interessante. Molto apprezzabili le analisi dei vari testi come “Edipo re”, di Sofocle, “Giulietta e Romeo”, di Shakespeare e “E.R. medici in prima linea”, la famosa serie tv. Inoltre il testo è parte di una collana che si occupa di narrativa e sceneggiatura, per il cinema, la tv e il teatro, nonché degli elementi costitutivi di tali discipline, come la caratterizzazione del personaggio, i dialoghi, ecc.

Perciò se vi intriga capire come sono state costruite le storie che più avete amato, “Aristotele a Hollywood” è il libro che fa per voi.

Nano, nano e alla prossima

Qui sotto il link per l’acquisto del mio ultimo libro

È solo un gioco

Scrivere bene (o quasi)

“Scrivere bene o quasi”, è un libro del 2011 scritto da Elisabetta Perini per l’editore Giunti.

Di cosa parla

Il libro, come si può intuire, è un manuale il cui intento è quello di aiutarci a scrivere meglio. Spiega in modo semplice ed efficace come risolvere alcuni dei dubbi che ci possono assalire quando scriviamo. Effettivamente le occasioni non mancano. Tutti noi scriviamo nelle chat, sui social media, un semplicissimo bigliettino d’auguri ecc. tutto ciò può far nascere in noi (giustamente), molti dubbi. A tutti questi dubbi, l’autrice da risposte utili e precise o, dove non c’è una regola certa, indica quali siano le soluzioni adeguate per migliorare la nostra scrittura.

Un manuale

“Scrivere bene (o quasi)” è un manuale da tenere sempre a portata di mano per tutti coloro che scrivono spesso ma magari non sono degli esperti. La struttura è la stessa del precedente libro: “Grammatica italiana per tutti” sempre di Elisabetta Perini per l’editore Giunti. Il libro ha un indice completo che permette di trovare senza alcuna difficoltà la parte che interessa con i relativi capitoli e paragrafi. Ogni capitolo è abbinato a un colore diverso, il colore è applicato verticalmente sul lato esterno di ogni pagina che chiaramente ne permette una miglior fruizione da parte del lettore.

Migliorare la propria scrittura

Naturalmente non occorre avere un motivo particolare per voler migliorare la propria scrittura, ma può essere semplicemente un interesse, una passione e perché no? Un Hobby, scrivere solo per se stessi infatti non significa scrivere male ma scrivere al meglio e cercare di migliorare in modo da poter apprezzare il proprio percorso senza doverlo necessariamente condividere o condividendolo con pochi intimi.

Le tante occasioni

C’è poi chi potrebbe voler migliorare la propria scrittura per motivi pratici più o meno importanti, dai dubbi derivanti dai nostri messaggini telefonici alla necessità di scrivere un buon curriculum vitae. E a chi non sono mai venuti dei dubbi scrivendo biglietti d’auguri o inviti per una cerimonia? E sul posto di lavoro? Scrivere note e rapporti può essere la norma di ogni giorno per molti. Insomma c’è sempre un buon motivo per migliorare il proprio modo di scrivere e non importa se non saremo perfetti, piuttosto importa migliorare rispetto a come eravamo, ma questo vale per ogni cosa…

“Scrivere bene (o quasi)” è un libro molto utile e interessante. Elisabetta Perini ci mette davanti agli occhi tutti i dubbi e le curiosità che potremmo avere riguardo a come si scrive un testo qualsiasi, ma è molto di più. Ci porta per mano attraverso i vari stili di scrittura rapportati al testo (formale, informale, creativo, ecc.) che abbiamo bisogno di produrre. La struttura che più si adatta a quel dato testo, la punteggiatura, quando è il caso di essere più precisi e quando invece ci possiamo permettere qualche libertà e davvero, tanto altro. Insomma chi più ne ha, più ne metta e per concludere vi consiglio di leggere questo libro anche perché ha una caratteristica che non guasta affatto: va giù come l’acqua fresca.

Alla prossima e

nano, nano

Per chi volesse, ecco i link ai miei libri:

Paride Royl e la lanterna dei sogni perduti

È solo un gioco

Joker: film

Joker è un film del 2019 interpretato da Joaquin Phoenix. Il film è basato sul personaggio della DC Comics noto come uno dei più importanti e letali nemici di Batman. Completamente slegato dal genere supereroistico propriamente detto, delinea le origini del personaggio stesso, ovvero come Arthur Fleck si è trasformato nel Joker.

The Joker

Il Joker è forse il nemico più pericoloso e inquietante del cavaliere oscuro ma è anche il personaggio che più di tutti è riuscito a ricavarsi una fama quasi pari a quella di Batman. Ma chi è il Joker? Non è facile rispondere, perché se da un lato si può dire semplicemente che è un folle, psicopatico e sanguinario, dall’altro però non si può non notare che è il prodotto di una società malata. Spesso è così, semplicemente ciò che la crudeltà, falsamente innocua, di parole e comportamenti fuori luogo, alimenta. Perché fosse accettato, il Joker nel film doveva mostrare un lato umano, e non c’è lato più umano di una persona che soffre interiormente ed esteriormente. Quindi lo spessore psicologico del Joker è solo un modo per farci piacere il personaggio? Dal punto di vista della scrittura del film, direi di sì ma nella realtà del mondo, il crimine ha ragione di esistere solo e unicamente se c’è un terreno o forse dovrei dire, una melma fertile che ne permette l’esistenza. Perciò per rispondere alla domanda: chi è il Joker? Possiamo dire che è un folle parto del nostro mondo, certo non l’unico ma sicuramente un degno figlio.

DC Comics

Dopo aver lanciato i propri personaggi nel mondo del cinema, grazie alle nuove tecnologie informatiche che lo hanno reso possibile, la DC Comics come la sua rivale, si trova ora in uno stato di sofferenza. Ormai il pubblico si è abituato a vedere Superman svolazzare tra i grattacieli o Batman con tutti i suoi bat-aggeggi che salta, si catapulta o si appende in ogni dove e quindi sarebbe forse il caso (consiglio non richiesto per la DC) di farci conoscere nuove storie e/o nuovi personaggi.

Joacquin Phoenix

Non conosco benissimo Joaquin Phoenix ma l’ho visto e apprezzato in alcuni film. In “Joker” è perfetto, in questo Joker, naturalmente; perché in altri film in cui non ci fosse il percorso involutivo che rende pregevole questa interpretazione, sarebbe tutto da vedere. Sicuramente anche in tal caso, questo attore sarebbe ineccepibile ma qui da il meglio di se. Meritato l’oscar come miglior attore protagonista.

Batman

In questo film si intravede solo nel finale, il piccolo Bruce Wayne che assiste alla morte dei genitori. Evento che come sappiamo lo porterà a indossare i panni del supereroe mascherato. So che Joaquin Phoenix dovrebbe tornare a interpretare di nuovo il Joker ma sembra che l’ambientazione sarà nel manicomio criminale di Arkam quindi precedente alla storia raccontata in questo film ma sarebbe molto interessante un incontro col Batman adulto seguendo però lo stesso taglio artistico-narrativo del Joker 2019.

In conclusione, questo film mi è piaciuto moltissimo. È un vero capolavoro con un grande Joaquin Phoenix. Anche se non è un film sui supereroi, è uno dei migliori film d’ambientazione supereroistica insieme a “Watchmen” e “Lo chiamavano Jeeg robot”. Sicuramente il miglior Joker di sempre anche se, lo ripeto, non può essere considerato al pari degli altri film di supereroi ma lasciatemelo dire, ci voleva proprio.

Ah, dimenticavo, niente male Robert De Niro nei panni del comico Murray Franklin. E che te lo dico a fare…

nano, nano

Ecco il link per acquistare il mio ultimo libro: È solo un gioco

Riflessi d’inchiostro augura a tutti i lettori, un Buon Natale.

Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

Page 1 of 4

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén