Il blog di Vincenzo Valenza

Categoria: Film

Joker: film

Joker è un film del 2019 interpretato da Joaquin Phoenix. Il film è basato sul personaggio della DC Comics noto come uno dei più importanti e letali nemici di Batman. Completamente slegato dal genere supereroistico propriamente detto, delinea le origini del personaggio stesso, ovvero come Arthur Fleck si è trasformato nel Joker.

The Joker

Il Joker è forse il nemico più pericoloso e inquietante del cavaliere oscuro ma è anche il personaggio che più di tutti è riuscito a ricavarsi una fama quasi pari a quella di Batman. Ma chi è il Joker? Non è facile rispondere, perché se da un lato si può dire semplicemente che è un folle, psicopatico e sanguinario, dall’altro però non si può non notare che è il prodotto di una società malata. Spesso è così, semplicemente ciò che la crudeltà, falsamente innocua, di parole e comportamenti fuori luogo, alimenta. Perché fosse accettato, il Joker nel film doveva mostrare un lato umano, e non c’è lato più umano di una persona che soffre interiormente ed esteriormente. Quindi lo spessore psicologico del Joker è solo un modo per farci piacere il personaggio? Dal punto di vista della scrittura del film, direi di sì ma nella realtà del mondo, il crimine ha ragione di esistere solo e unicamente se c’è un terreno o forse dovrei dire, una melma fertile che ne permette l’esistenza. Perciò per rispondere alla domanda: chi è il Joker? Possiamo dire che è un folle parto del nostro mondo, certo non l’unico ma sicuramente un degno figlio.

DC Comics

Dopo aver lanciato i propri personaggi nel mondo del cinema, grazie alle nuove tecnologie informatiche che lo hanno reso possibile, la DC Comics come la sua rivale, si trova ora in uno stato di sofferenza. Ormai il pubblico si è abituato a vedere Superman svolazzare tra i grattacieli o Batman con tutti i suoi bat-aggeggi che salta, si catapulta o si appende in ogni dove e quindi sarebbe forse il caso (consiglio non richiesto per la DC) di farci conoscere nuove storie e/o nuovi personaggi.

Joacquin Phoenix

Non conosco benissimo Joaquin Phoenix ma l’ho visto e apprezzato in alcuni film. In “Joker” è perfetto, in questo Joker, naturalmente; perché in altri film in cui non ci fosse il percorso involutivo che rende pregevole questa interpretazione, sarebbe tutto da vedere. Sicuramente anche in tal caso, questo attore sarebbe ineccepibile ma qui da il meglio di se. Meritato l’oscar come miglior attore protagonista.

Batman

In questo film si intravede solo nel finale, il piccolo Bruce Wayne che assiste alla morte dei genitori. Evento che come sappiamo lo porterà a indossare i panni del supereroe mascherato. So che Joaquin Phoenix dovrebbe tornare a interpretare di nuovo il Joker ma sembra che l’ambientazione sarà nel manicomio criminale di Arkam quindi precedente alla storia raccontata in questo film ma sarebbe molto interessante un incontro col Batman adulto seguendo però lo stesso taglio artistico-narrativo del Joker 2019.

In conclusione, questo film mi è piaciuto moltissimo. È un vero capolavoro con un grande Joaquin Phoenix. Anche se non è un film sui supereroi, è uno dei migliori film d’ambientazione supereroistica insieme a “Watchmen” e “Lo chiamavano Jeeg robot”. Sicuramente il miglior Joker di sempre anche se, lo ripeto, non può essere considerato al pari degli altri film di supereroi ma lasciatemelo dire, ci voleva proprio.

Ah, dimenticavo, niente male Robert De Niro nei panni del comico Murray Franklin. E che te lo dico a fare…

nano, nano

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Reminiscence

E se potessimo rivivere il nostro passato, i giorni più felici della nostra vita, con le persone che più abbiamo amato e che ci hanno lasciato?

Il film

In una Miami invasa dall’acqua, il gestore di un’apparecchiatura in grado di far rivivere alle persone il proprio passato, si innamora di una donna che nasconde un segreto. Questo è il tema del film che inizialmente non convince e addirittura annoia, ma che poi, inaspettatamente, prende “vita”, e lo fa dal momento in cui il protagonista dimostra di amare veramente la donna che l’ha stregato e che è disposto a fare qualsiasi cosa per scoprire ciò che la tormenta.

Hugh Jackman

L’attore australiano diventato famoso per la sua interpretazione di Wolverine nei film Marvel dedicati agli x-men da una buona prova ma non convince fino in fondo. Certo non si può dire che non sia un attore eclettico ma mi sembra che generalmente giochi a interpretare il divo, fatta eccezione per il film: The prestige, di Cristopher Nolan.

Vivere nel passato o vivere nel futuro

Non siamo più in grado di immaginare un futuro migliore; questo secondo me è il motivo che ci spinge a ricordare con nostalgia un passato che non potrà tornare e che sentiamo di aver perso anche nel nostro cuore. Reminescence ci mostra un mondo arrivato al capolinea è dunque normale immaginare di rifugiarsi in un passato certo e felice. Questo mi ricorda un episodio della serie originale di Star Trek in cui, su un pianeta che sta per distruggersi o essere distrutto, gli abitanti si salvano grazie ad un portale temporale che li riporta in un passato dello stesso pianeta, a loro scelta.

Qui e ora

L’attitudine a vivere fuori dal nostro tempo reale sembra essere anche una fonte di stress nonché una piaga sociale. Ormai siamo incapaci di vivere nel momento presente, dico ormai perché il progresso tecnologico probabilmente non ci ha facilitato la vita in questo senso, a causa delle continue distrazioni di tv, radio, telefono, pc, ecc. Recuperare la capacità di vivere nel momento presente potrebbe aiutarci a vivere con maggiore serenità in questo nostro mondo barbarico e caotico.

In fin dei conti, Reminescence è un film più che godibile, è divertente e lascia pensare, offrendo spunti sul tema portante del film e cioè il ricordo e più in particolare il ricordo di un momento più felice di quello attuale ma anche sulle relazioni umane, l’amore e il rapporto con la fine e quindi, la morte.

Se anche voi amate viaggiare in un tempo e in un luogo in cui siete già stati, forse potrete apprezzare “Reminescence”.

nano, nano

L’uomo invisibile: film 2020

Era proprio necessario un altro film sull’uomo invisibile? Sicuramente no! Ma il film non è da buttare, della serie: L’uomo Invisibile è sempre L’uomo Invisibile.

Il romanzo

L’uomo invisibile (The invisible man) è un romanzo del 1897 di H.G.Wells, uno dei padri della moderna fantascienza insieme a Jules Verne. La prima trasposizione cinematografica risale al 1933, seguita da molti altri film e serie tv; in effetti il mondo di celluloide tracima di ritorni e vendette di uomini e donne invisibili, ragazzi, mamme, papà e aggiungete qualsiasi cosa e probabilmente troverete un adattamento ad hoc. Questo per dire che il romanzo di Wells ha avuto un impatto enorme nel mondo del fantastico anche se, a dire il vero, il mito dell’invisibilità è un tema vecchio come il cucco, basti pensare che è presente nelle fiabe e nei miti dell’antichità. Il merito di Wells però sta nel fatto di averlo modernizzato.

H.G. Wells

Come si diceva precedentemente, Herbert George Wells è stato uno dei padri della fantascienza moderna, sicuramente molti ne riconosceranno il nome ma quasi tutti avranno sentito parlare almeno una volta nella vita di film come: L’uomo invisibile, La macchina del tempo, La guerra dei mondi e L’isola del Dottor Moerau. Questi quattro famosissimi film sono tutti adattamenti dei romanzi di Wells e ancora oggi esercitano un discreto fascino. Ecco mi sembrava interessante far notare la grandezza inventiva e mediatica raggiunta da questo scrittore vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

Il film

E ora veniamo al film; all’inizio non mi ispirava grande fiducia ma, man mano che si svolgeva la trama, ha incominciato a piacermi. Cè voluto un po’ ma alla fine l’ho trovato davvero sorprendente o come si suol dire, una piacevole sorpresa. Il punto di vista è quello della compagna di Griffin (l’uomo invisibile) che fugge perché stanca della relazione in cui si è incastrata a causa del carattere violento e manipolatorio dello scienziato che vuole vendicarsi della donna per essere stato lasciato. Griffin, lo scienziato che lavora sull’invisibilità, è un vero genio ma è anche un folle e questo ricalca esattamente il tipo di personaggio delineato da Wells. La protagonista invece, Cecilia, è letteralmente terrorizzata dal fatto che possa essere rintracciata dal suo ex e fa bene ad aver paura, tutto ciò fino a quando non le giunge la notizia che Adrian Griffin è morto. Questo per lei significa che non dovrà avere più paura perché il suo persecutore o presunto tale non potrà più farle del male.

Le prime sequenze

Le prime sequenze non attraggono molto, sono abbastanza piatte e forse una parte introduttiva sarebbe stata ottima, ma è anche vero che serve a costruire la storia che sarà incentrata sull’aspetto psicologico della fuggitiva. Questa cosa da all’attrice anche la possibilità di fare una buonissima prova da interprete e, tra l’altro, ha vinto il Saturn Award come attrice proprio per questo film. Per chi non lo sapesse, il Saturn Award è una specie di Oscar della fantascienza.

Un’occasione persa

Oltre all’incipit un po’ debole, secondo me si poteva trattare in maniera più approfondita la fase in cui Cecilia, dopo essere scappata da Griffin, si sente perseguitata. I modi per farlo ce ne sarebbero stati, dall’approfondimento delle turbe psichiche causate dall’uomo con cui stava, fino ai ricordi che l’hanno portata a vivere quell’esperienza, a come avesse fatto a non capire che quell’uomo era sì un genio ma folle e privo sia di scrupoli che di freni inibitori. Certo, il film è già lunghetto (120min.), ma forse in questo caso poteva valere la pena svilupparlo ulteriormente.

Il tema della violenza sulle donne

Come non riconoscere poi nella pellicola, il tema purtroppo tristemente attuale della violenza sulle donne. Sì, perché nel film, a mio avviso, ciò che spaventa maggiormente non è l’uomo invisibile ma la violenza mentale esercitata sulla donna, una forza anch’essa invisibile ma dagli effetti terribili. Ma Cecilia fa qualcosa di più che la semplice vittima, lei non ci sta e si mette alle spalle la storia che l’ha colpita nel profondo dell’anima, lei troverà la forza per andare avanti e superare le difficoltà enormi che incontrerà spingendosi ai limiti delle possibilità umane sia fisiche che mentali.

L’invisibilità

Qualche considerazione sul tema dell’invisibiltà. In passato, tanto tempo fa, si immaginava, anzi si credeva che esistessero esseri e mondi assolutamente reali ma invisibili, angeli e demoni o elfi; che si potesse diventare invisibili per il tramite della magia, con degli incantesimi. Successivamente, con il progresso scientifico e tecnologico, si immaginava di trovare una formula chimica, un meccanismo in grado di piegare la luce o grazie a poteri causati da agenti sconosciuti. Ebbene oggi ci sono molti studi che riguardano la luce e le possibilità di occultare un oggetto. Siamo ben lontani dall’ottenere un mantello invisibile ma potrebbe non essere impossibile, intanto l’unico oggetto realmente invisibile, ai radar, è un aereo Stealth.

Breve carrellata di personaggi o cose invisibili

In Star Trek i Klingon possiedono astronavi in grado di rendersi invisibili.

In una serie degli anni 70, Gemini Man, un agente segreto esposto a radiazioni acquisisce il potere dell’invisibilità. Il processo viene invertito ma tramite un orologio può tornare invisibile per soli 15 minuti alla volta altrimenti torna invisibile per sempre.

Nei romanzi di Tolkien, l’anello custodito da Bilbo prima e da Frodo poi, rende invisibile chi lo indossa.

In Harry Potter il mantello dell’invisibilità è in grado di occultare il coraggioso maghetto.

Nei Fantastici 4, della Marvel, la ragazza invisibile può rendersi invisibile a piacimento.

Nel film della Disney del 1977, “Pete’s Dragon”, un ragazzino di nome Peter ha per amico un drago che può diventare invisibile. Titolo italiano, Elliot, il drago invisibile.

Wonder Woman, la super-eroina della DC Comic volava su un jet invisibile.

Nei cartoni animati della Warner Bros, i protagonisti spesso usavano una vernice invisibile.

Nel 2014, il regista Gabriele Salvatores ha diretto: “Il ragazzo invisibile”.

Nella mitologia greca, Ade, il signore degli inferi, riceve in dono un elmo che lo rende invisibile.

Insomma

Alla fine, questo film ve lo straconsiglio perché è un film bellissimo, pieno di spunti interessanti, a cominciare dalla psicologia dei personaggi, la scelta, assolutamente al passo coi tempi, del metodo scelto per produrre l’invisibilità, l’inizio del film che non permette bene di capire dove si voglia andare a parare e infine, è il caso di dirlo, un paio di colpetti di scena niente male.

Bene, buona visione (ora che ci penso è veramente strano dire di guardare l’uomo invisibile) e alla prossima,

nano, nano.

Morbius: il film

A me piace andarci piano, girarci intorno, fare melina, insomma non vado dritto al sodo per cui non dirò che malgrado le critiche non lusinghiere al film, a me è piaciuto, tiè.

Il film

Morbius è un film americano del 2022, diretto da Daniel Espinosa e interpretato da Jared Leto e Matt Smith. Il personaggio è tratto dall’universo Marvel ed era uno dei nemici di Spider-Man. Michael Morbius è un biochimico affetto da una rara malattia del sangue. Il suo scopo nella vita è quello di trovare una cura per la malattia che affligge anche il suo caro amico d’infanzia Lucien. Per farlo studia le caratteristiche geniche dei pipistrelli vampiri dai quali estrae una sequenza per modificare il proprio DNA e guarire. L’esperimento riuscirà ma lo trasformerà in un vampiro.

Jared Leto

Jared Leto oltre ad essere un bravissimo attore è anche un musicista e in “Morbius” è anche produttore esecutivo. Ha recitato tra gli altri, in La sottile linea rossa, Fight club, Ragazze interrotte, Panic room, Suicide squad, Blade runner 2049. Ha vinto l’oscar come miglior attore non protagonista nel 2014 per Dallas buyers club e il Razzie Award come peggior attore protagonista proprio per Morbius.

Morbius

Morbius nasce come antagonista di Spider-Man il suo carattere è aggressivo ma la sua mente è quella di un genio. Questo ne fa sicuramente un personaggio interessante ma secondo me, rappresenta particolarmente un tipo di “cattivo” che ormai va molto in voga e cioè il cattivo che non è mai completamente cattivo al quale fa da contraltare il buono che non è mai completamente buono. In una situazione del genere, si ottengono storie e approfondimenti interessanti ma la proposta dell’eroe al pubblico, così come del nemico giurato, diventa una contaminazione di personalità non più riconoscibili e dove tutto è permesso, tutto è scusato, dove le regole e le norme sociali non contano più. Morbius sviluppa un’incredibile ossessione per la cura della malattia sua e del suo amico, riuscendo a trovare un percorso che lo porterà a inventare un sangue artificiale che donerà speranze e possibilità a moltissimi malati nel mondo; non sarebbe già questo bastato per dare un valore inestimabile alla propria vita? La risposta dovrebbe essere un sì netto eppure non è considerato dal dottore come un motivo sufficiente. La sua ossessione lo porterà a correre rischi normalmente inaccettabili, tutto ciò fa di lui un vampiro e un assassino ma non accetta completamente il suo ruolo. Il suo avversario nel film, il suo amico, invece, lo abbraccia senza riserve. Ma quale sarà la differenza tra un cattivo spietato e un cattivo incompreso? Per la Marvel Comics, l’innesto di Morbius nel proprio Pantheon di eroi e antieroi è stata una necessità di marketing oltre che un’opportunità di arricchimento delle trame, ma non possiamo non notare come nell’arco degli anni, ci sia stato uno spostamento, non solo per la Marvel, dai classici cavalieri senza macchia e senza paura a cavalieri più o meno oscuri.

Il peggior film della Marvel?

Il film mi sembra che si sia difeso bene al box office mondiale ma l’accoglienza della critica non è stata altrettanto buona. La maggior parte delle persone (tra quelle che conosco) che l’hanno visto dicono che non sia un gran che; se ci si fa un giro in rete, si parla spesso di “peggior film Marvel” ma personalmente non sono d’accordo. Il film chiaramente non è un capolavoro ma dalla Marvel sono arrivati film assai più brutti, se poi consideriamo il fatto che la qualità media dei film sui supereroi è piuttosto bassa, beh forse Morbius non è poi così male.

In definitiva se siete riusciti a vedere il primo Hulk e l’ultimo Thor, vedere Morbius vi rimetterà al mondo. Alla prossima e non dimenticate di portare una testa d’aglio in saccoccia anche se con Morbius… non funziona.

nano, nano

Star trek Picard: serie tv

Sono stato e sono un grande fan di Star Trek, la serie originale; ho visto comunque diversi episodi di Star Trek The Next Generation e praticamente tutti i film della serie.

La reunion

Inutile dire che i miei personaggi preferiti e il mio immaginario personale sono legati alla serie classica e ai relativi personaggi come il capitano Kirk, il vulcaniano Spock e a tutti gli altri; mi sono accostato quindi a questa serie con interesse ma relativamente poco coinvolgimento. Dico ciò perché la mia personale impressione è che Star Trek Picard sia una specie di reunion quindi dedicata in particolar modo ai fan della serie, Star Trek The Next Generation che ovviamente, negli anni, hanno apprezzato i personaggi della serie con Jan-Luc Picard in testa.

Una trilogia

Star Trek Picard è una serie in tre stagioni(per ora) e secondo me dovrebbe essere considerata una specie di trilogia il cui senso si estrinseca necessariamente al completamento delle tre stagioni. Il telefilm è perfetto dal punto di vista tecnico e per quel che riguarda gli effetti speciali, come ci si può chiaramente aspettare. Le storie non sono male ma secondo me stentano un pochino a decollare anzi stenta un pochino soprattutto la prima stagione che ho trovato un pò troppo lenta nei primissimi episodi. Quindi, se prendiamo in esame le tre stagioni separatamente, il risultato non è eccezionale ma se prendiamo in considerazione l’intera “trilogia” beh, è tutt’altro conto. Alla fine risulta interessante, ben congegnato e può trovare tranquillamente posto nella fase finale dell’era Next Generation.

Una considerazione

Nel complesso Star Trek Picard mi è piaciuto ma non posso non notare che in questa serie si tende a un’eccessiva personalizzazione attraverso il “culto” del capitano Jan-Luc Picard. In generale, nonostante io sia particolarmente legato alle storie originali, non amo prolungare eccessivamente, e senza un vera e propria necessità narrativa, la vita dei personaggi che hanno dato lustro alle mille avventure in cui ci hanno condotto, per questo motivo considero conclusa l’era del capitano Kirk. In effetti, se proprio ce ne fosse stato il bisogno, avrei preferito una serie successiva all’Enterprise di Picard. Uno Star Trek molto avanti nel futuro sarebbe stata una interessantissima sfida narrativa.

In conclusione, se vi piace Star Trek Next Generation, non potrete non apprezzare il ritorno di Picard e company in una serie di non facile impatto, a tratti piuttosto lenta e macchinosa ma nell’insieme, certamente godibile.

Lunga vita e prosperità

Film: Black Adam

Nuova uscita cinematografica per la DC Comic. Allora, il film non mi è dispiaciuto completamente; c’è però un problema grosso come una casa: i film sui supereroi, hanno un po’ rotto, un bel po’. Nel senso che si continuano a sfornare prodotti commerciali con straordinari effetti speciali ma senza la capacità di bucare il grande schermo. Questi film secondo me hanno preso il posto della “vecchia fantascienza”, abbassandone però il livello qualitativo. Alla fine non è neanche malaccio, purtroppo l’ho trovato noioso e privo di mordente. Poi in generale, la mia impressione, quando si tratta del genere supereroistico, cinematografico e televisivo, é che l’approfondimento psicologico sia esasperato o superficiale, sempre a sproposito.

Allora? Com’è sto film? Mah, che debbo dirti; io a saperlo prima non sarei andato a vederlo però tu fa come vuoi, magari fammi sapere cosa ne pensi.

Diabolik

Il film

Diabolik è il film che porta sullo schermo il famoso personaggio dei fumetti, diretto dai Manetti Bros e interpretato da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea. Tutti e tre gli attori citati si sono dimostrati all’altezza; unica pecca è un Luca Marinelli “sacrificato” in un ruolo, logicamente poco espressivo. La storia è ambientata negli anni sessanta, nello stato immaginario di Clerville e racconta l’incontro tra Diabolik e Eva kant con l’inossidabile Ginko alle calcagna.

La regia

La regia, come si diceva è dei Manetti Bros ovvero Marco e Antonio Manetti, fratelli romani con alle spalle molte produzioni indipendenti e dei quali ricordo la serie dell’Ispettore Coliandro che ho trovato molto piacevole almeno per quanto riguarda le prime due o tre stagioni perché poi il personaggio interpretato da Giampiero Morelli ha incominciato a esagerare, diventando un pò una parodia di sé stesso.

Il fumetto

Diabolik, come tutti sanno o dovrebbero sapere è un famosissimo personaggio dei fumetti. Hai tempi chi leggeva italiano, leggeva Diabolik, Tex o Zagor. Diabolik era il re del crimine all’italiana, affiancato da Eva Kant e inseguito da Ginko. Lo leggevo abbastanza volentieri ma non mi faceva impazzire, perchè era un criminale. Ginko invece mi stava veramente simpatico anche se era l’eterno antagonista, mai o raramente vittorioso e comunque non completamente, altrimenti Diabolik starebbe dietro le sbarre e noi non staremmo qui a parlarne. E comunque mi pare di ricordare che si leggesse molto bene con quelle belle tavole rettangolari beh magari non tutto ma in buona parte.

Alcune curiosità

Le autrici del fumetto erano due sorelle milanesi, Angela e Luciana Giussani, scomparse rispettivamente nel 1987 e nel 2001. Angela inizialmente lavorò come modella realizzando la nota pubblicità del sapone Lux. Fu lei a ideare Diabolik ma proseguì con l’aiuto di Luciana.

Danger: Diabolik è stato il precedente adattamento cinematografico del celebre fumetto. Uscì nel 1968 come coproduzione tra Italia e Francia. Il film fu scritto e diretto da Mario Bava e tra i partecipanti troviamo diversi personaggi di grande spicco. Basti pensare che oltre al già citato Bava, si annoverano tra gli altri, Dino De Laurentis (produttore), le sorelle Giussani che collaborarono al soggetto, Carlo Rambaldi agli effetti speciali insieme a Mario Bava, Ennio Morricone per le musiche, Adolfo Celi tra gli interpreti e Gigi Proietti che doppiava Michel Piccoli, interprete dell’ispettore Ginko. E scusate se è poco.

Diabolik: Ginko all’attacco è il titolo del seguito di Diabolik. Giacomo Gianniotti sostituirà Luca Marinelli nel ruolo di Diabolik.

Cosa ne penso

A me il film è piaciuto. Certo, i dialoghi non erano il massimo ma le atmosfere riprodotte dai Manetti ci sono. Il film è lento ma questo permette agli spettatori di partecipare, pensare, capire, anticipare e stupirsi. Alla lunga i 133 minuti di film si fanno sentire ma nel complesso direi che ne vale la pena. Insomma, ritengo che Diabolik dei Manetti Bros, sia un bel film; assolutamente da consigliare.

Nope

Nope è un horror ed è il terzo film del regista americano Jordan Peele, prodotto dalla Monkeypaw Productions e distribuito dalla Universal. Gli attori principali sono: Daniel Kaluuya e Keke Palmer ed è uscito nell’agosto del 2022.

Di cosa parla

Il film racconta la storia di due fratelli, Oj ed Em che ereditano il ranch del padre, morto in circostanze a dir poco eccentriche. Nel ranch e nei dintorni accadono stranezze, spariscono cose e nel cielo s’intravedono ombre. I due si convincono di essere visitati da alieni e così cercano di filmarli installando delle videocamere. Questa è la base di partenza per poi svilupparsi in quello che è stato definito un horror e forse come genere lo è o tenta di esserlo.

Film d’autore o di cassetta ?

Nope parte come un film d’autore, con immagini e inquadrature ben studiate e di buon effetto, almeno secondo i miei gusti. La costruzione del film nel primo tempo è veramente buona; a tratti si ha l’impressione di essere di fronte a un’opera d’arte tanto sono intriganti alcune scene, ma nel secondo tempo, cambia tutto. Nope diventa un’operazione di cassetta anche se ben congegnata. Il film rimane abbastanza piatto, senza grossi sconvolgimenti. Le sorprese ci sono ma l’impatto sullo spettatore e pari a zero. Per quanto riguarda le prove dei due attori protagonisti, mi è sembrata molto buona quella di Keke Palmer mentre Daniel Kaluuya ha dato vita a un perfetto cavaliere senza macchia e senza paura ma completamente privo di espressività.

Considerazioni conclusive

Nope dovrebbe essere un horror e come tale dovrebbe incutere paura, angoscia e inquietudine ma di tutto ciò, neanche l’ombra. Personalmente non mi ha lasciato nulla, nessuna emozione, nessun brivido di terrore, niente stupore ma solo un velo di rammarico perché l’idea è assolutamente buona, la preparazione lo è altrettanto ma lo sviluppo, per me è assai scadente. Ho esitato parecchio nello scrivere questo articolo semplicemente per il fatto che solitamente mi piace “consigliare” cose che mi piacciono ma è anche una questione di correttezza e di onestà e, naturalmente questo è il mio parere personale.

Dovendomi basare solo su questo film, direi che il buon John Carpenter può dormire sogni tranquilli.

Per me è nope.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, paura e delirio alla Marvel -  2duerighe

Qualche parola su questo film e lo dico subito, a me è piaciuto! Ma andiamo con ordine, magari non tutti sanno di cosa si tratta. È un film basato sul personaggio della Marvel, il Doctor Strange, il potente mago dell’universo Marvel.

Le origini di Doctor Strange

Stephen Strange è un neurochirurgo molto quotato ma molto, troppo pieno di sè. A causa di un incidente stradale, riporta delle ferite alle mani talmente importanti che non gli permetteranno di continuare ad esercitare il proprio lavoro, lavoro che gli aveva dato tutto, ricchezza, notorietà ed egocentrismo. In preda alla disperazione, un giorno, sente parlare di un grande mago che potrebbe, secondo lui, guarirlo. Decide quindi di partire per l’Hymalaya alla ricerca dell’Antico che decide di non curarlo a causa della sua arroganza ma gli offre un addestramento magico (vedendone il potenziale) che Strange rifiuta. Lui vuole tornare alla sua precedente vita per continuare a nutrire il suo ego spropositato. Saranno gli eventi a convincerlo che nel mondo c’è molto di più di quanto pensi e che si può fare del bene senza doversi aspettare necessariamente onori e gloria.

Il fumetto

Beh che dire, i tempi cambiano e i personaggi mutano, in linea (forse) con le aspettative delle giovani generazioni ma il dottor Strange che ho conosciuto io non era così, non cazzeggiava come questo. Bisogna comunque dire che Benedict Cumberbatch è un ottimo attore e comunque sia l’operazione di portare il Dottor Strange sul grande schermo è pienamente riuscita e direi che è una delle migliori operazioni della Marvel insieme forse a Iron Man e Captain America.

Stan e Steve

Il fumetto è stato creato dalla strepitosa coppia: Stan Lee e Steve Ditko, dove Stan sarebbe l’ideatore e Steve il disegnatore ma a quanto pare l’idea iniziale sarebbe stata di Ditko, poi perfezionata da Stan Lee e altri collaboratori.

Il film

Ma torniamo al film prodotto dalla Marvel Studios con la regia di Sam, Raimi. Come dicevo all’inizio, a me il film è piaciuto. Perché mi è piaciuto? Perché c’è magia, azione e mistero, tanto per cominciare. Poi bisogna dire che il film è un enorme effetto speciale ma siccome il tema principale è la magia e non si lesinano incantesimi, beh, ci sta. In alcuni casi, per me, la computer grafica è un limite, perché ci si affida agli effetti speciali a discapito della storia e perché, sinceramente, a volte, vedere sul grande schermo battaglie di supereroi, mostri, robot, giganti e tutto quello che ho detto prima, giganti (ad esclusione dei giganti, giganti) non è che sia il massimo e si finisce per non capirci gran ché. Mettiamoci pure che Sam Raimi è il regista giusto per una storia del genere e che gli attori sanno il fatto loro et voilà. Come diceva il tipo è tutto un gioco di prestidigitalizzazione…credo.

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