Il blog di Vincenzo Valenza

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Aristotele a Hollywood

Aristotele a Hollywood è un libro del 2002, scritto da Ari Hiltunen ed edito in Italia da Dino Audino. Parla di come le storie di successo, dall’antichità a oggi, abbiano mantenuto lo stesso schema narrativo, schema insegnato da Aristotele più di duemilatrecento anni fa.

Aristotele

Insomma, Aristotele, il famoso filosofo vissuto nell’antica Grecia di duemilatrecento anni fa, non era solo un filosofo ma molte altre cose. Basti pensare che si è occupato di politica, logica, fisica, metafisica e arte ed è proprio dedicandosi all’arte che redige un trattato, probabilmente a scopo didattico, dedicato alla tragedia.

La Poetica

La “Poetica”, è uno studio sulla nascita e l’evoluzione dell’arte drammatica greca, delle sue origini e di come costruire una struttura narrativa e con quale tipo di personaggi per catturare l’attenzione e l’interesse del pubblico ai fini di procurare loro un piacere derivante dallo svolgersi degli eventi culminanti in un finale risolutivo.

Hollywood?

Ma cosa c’entrano Aristotele e il suo studio sulla tragedia greca con Hollywood? Beh, a quanto pare tutti i film di maggior successo seguono uno schema delineato nella “Poetica” di Aristotele oltre duemila anni fa. Sembra strano ma effettivamente se si cerca di studiare la struttura narrativa dei grandi film di successo, otteniamo sempre, più o meno, la stessa intelaiatura. Cambiano i personaggi, i temi e le storie ma la struttura rimane la stessa, perché è quella che piace maggiormente, quella che ci da il “piacere pertinente” come lo chiama l’autore di questo libro.

Non solo cinema

A rendere ancora più interessante la cosa è che tale struttura di base non riguarderebbe solo il cinema e il teatro ma è adattabile a qualsiasi tipo di racconto come il romanzo o una storia utilizzata per comporre un moderno videogioco. Rappresenterebbe quindi un’importante area di studio per tutti gli scrittori, a prescindere dal mezzo con il quale sceglieranno di raccontare le proprie storie.

Concludendo

Concludendo, è un testo molto bello e dal contenuto estremamente interessante. Molto apprezzabili le analisi dei vari testi come “Edipo re”, di Sofocle, “Giulietta e Romeo”, di Shakespeare e “E.R. medici in prima linea”, la famosa serie tv. Inoltre il testo è parte di una collana che si occupa di narrativa e sceneggiatura, per il cinema, la tv e il teatro, nonché degli elementi costitutivi di tali discipline, come la caratterizzazione del personaggio, i dialoghi, ecc.

Perciò se vi intriga capire come sono state costruite le storie che più avete amato, “Aristotele a Hollywood” è il libro che fa per voi.

Nano, nano e alla prossima

Qui sotto il link per l’acquisto del mio ultimo libro

È solo un gioco

Scrivere bene (o quasi)

“Scrivere bene o quasi”, è un libro del 2011 scritto da Elisabetta Perini per l’editore Giunti.

Di cosa parla

Il libro, come si può intuire, è un manuale il cui intento è quello di aiutarci a scrivere meglio. Spiega in modo semplice ed efficace come risolvere alcuni dei dubbi che ci possono assalire quando scriviamo. Effettivamente le occasioni non mancano. Tutti noi scriviamo nelle chat, sui social media, un semplicissimo bigliettino d’auguri ecc. tutto ciò può far nascere in noi (giustamente), molti dubbi. A tutti questi dubbi, l’autrice da risposte utili e precise o, dove non c’è una regola certa, indica quali siano le soluzioni adeguate per migliorare la nostra scrittura.

Un manuale

“Scrivere bene (o quasi)” è un manuale da tenere sempre a portata di mano per tutti coloro che scrivono spesso ma magari non sono degli esperti. La struttura è la stessa del precedente libro: “Grammatica italiana per tutti” sempre di Elisabetta Perini per l’editore Giunti. Il libro ha un indice completo che permette di trovare senza alcuna difficoltà la parte che interessa con i relativi capitoli e paragrafi. Ogni capitolo è abbinato a un colore diverso, il colore è applicato verticalmente sul lato esterno di ogni pagina che chiaramente ne permette una miglior fruizione da parte del lettore.

Migliorare la propria scrittura

Naturalmente non occorre avere un motivo particolare per voler migliorare la propria scrittura, ma può essere semplicemente un interesse, una passione e perché no? Un Hobby, scrivere solo per se stessi infatti non significa scrivere male ma scrivere al meglio e cercare di migliorare in modo da poter apprezzare il proprio percorso senza doverlo necessariamente condividere o condividendolo con pochi intimi.

Le tante occasioni

C’è poi chi potrebbe voler migliorare la propria scrittura per motivi pratici più o meno importanti, dai dubbi derivanti dai nostri messaggini telefonici alla necessità di scrivere un buon curriculum vitae. E a chi non sono mai venuti dei dubbi scrivendo biglietti d’auguri o inviti per una cerimonia? E sul posto di lavoro? Scrivere note e rapporti può essere la norma di ogni giorno per molti. Insomma c’è sempre un buon motivo per migliorare il proprio modo di scrivere e non importa se non saremo perfetti, piuttosto importa migliorare rispetto a come eravamo, ma questo vale per ogni cosa…

“Scrivere bene (o quasi)” è un libro molto utile e interessante. Elisabetta Perini ci mette davanti agli occhi tutti i dubbi e le curiosità che potremmo avere riguardo a come si scrive un testo qualsiasi, ma è molto di più. Ci porta per mano attraverso i vari stili di scrittura rapportati al testo (formale, informale, creativo, ecc.) che abbiamo bisogno di produrre. La struttura che più si adatta a quel dato testo, la punteggiatura, quando è il caso di essere più precisi e quando invece ci possiamo permettere qualche libertà e davvero, tanto altro. Insomma chi più ne ha, più ne metta e per concludere vi consiglio di leggere questo libro anche perché ha una caratteristica che non guasta affatto: va giù come l’acqua fresca.

Alla prossima e

nano, nano

Per chi volesse, ecco i link ai miei libri:

Paride Royl e la lanterna dei sogni perduti

È solo un gioco

Grammatica italiana per tutti

Grammatica italiana per tutti

“Grammatica italiana per tutti”, è un libro del 2009, scritto dalla bravissima Elisabetta Perini e pubblicato dall’editore Giunti. L’autrice è una linguista esperta in dialettologia e specializzata in lingua ladina. Il libro è pensato per essere un testo di facile consultazione, da tenere sempre a portata di mano; L’indice permette infatti al lettore di trovare immediatamente la pagina con l’argomento che lo interessa così da chiarire ogni, eventuale dubbio. come viene specificato sulla copertina, si parla di regole, spiegazioni, eccezioni, esempi e infine l’autrice propone un test per potersi mettere alla prova e verificare il livello delle proprie competenze linguistiche. Non manca un elenco dei “mostri sacri” della grammatica italiana, indispensabili per approfondire l’argomento. Simpatica e utile inoltre l’idea di colorare le pagine in funzione dei cinque macro-argomenti: Lettere e Suoni, Morfologia, Sintassi della frase semplice, Sintassi della frase complessa e Formazione delle parole.

Grammatica per tutti

Se state scrivendo un messaggino alla vostra ragazza o al vostro ragazzo, se dovete scrivere il vostro curriculum vitae, una tesina, un articolo per il vostro blog, un biglietto d’auguri o una formula magica e vi vengono forti dubbi sulla correttezza delle vostre frasi, potete tranquillamente appoggiarvi a questo bel libro. Sì, perché se è vero che oggi si scrive di meno, a mano, è altrettanto vero che si scrive moltissimo per il tramite delle nostre moderne diavolerie come il telefono o il computer ed è altrettanto vero che la qualità della nostra scrittura è decisamente in declino. Non so voi ma a me capita spesso di leggere articoli di giornali online ma anche titoli o sottotitoli di notizie trasmesse dalle reti televisive, con evidenti errori di “battitura”, niente di male, sicuramente sono causati dalla necessità di essere sempre sul pezzo e magari si predilige la quantità alla qualità ma il rischio di passare dall’errore “stupido” all’errore per mancanza di conoscenza, potrebbe essere un passo alquanto breve perché comunque, è il caso di ricordarlo, quegli articoli poco curati, qualcuno li legge.

Esprimersi meglio per pensare meglio

Non occorre approcciarsi a questo libro per diventare dei geni della grammatica, errori ne faremo sempre ma possiamo comunque migliorarci e riuscire a comunicare meglio in molti ambiti della vita di tutti giorni sia per motivi di studio che per motivi professionali, senza tralasciare lo svago e il divertimento. In ogni caso, la comunicazione è fondamentale, la vita sociale stessa, dipende dalle capacità comunicative dei propri membri. Inoltre il proprio avanzamento cognitivo e intellettuale trarrà enormi vantaggi se impareremo a esprimerci al nostro meglio, perché parlare e scrivere, avendo una buona padronanza della lingua, ci permette di avere un pensiero più ricco, efficace ed efficiente. Se poi ciò non bastasse, pensate a quanto è importante la capacità di capire e di farsi capire nel mondo delle relazioni… e scusate se è poco.

Un mondo affascinante e dinamico

L’italiano è una lingua molto complessa, piena di regole, prassi ed eccezioni, con delle differenze tra lo scritto e il parlato per non parlare poi degli influssi dialettali di cui Elisabetta Perini è esperta. Alla luce di quanto detto, tuffarsi in questo bel libro sulla grammatica italiana è veramente un’avventura intensa e affascinante.

Se volete, potete acquistare il mio ultimo libro al seguente link: È solo un gioco

Communion di Whitley Strieber

Il libro è stato presentato come una storia vera ma al di là del fatto che l’autore racconti o meno ciò che ha vissuto, secondo me vale la pena leggere Communion perché, il grigio che vedete rappresentato in copertina ancora non faceva parte dell’immaginario collettivo che si consolidò negli anni successivi e anche perché il racconto stesso, nel suo insieme, di lì a poco sarebbe diventato il fenomeno noto come abduction e sì stiamo parlando proprio di rapimenti alieni.

Communion

Communion è un libro del 1987 , scritto dallo scrittore fanta-horror americano, Whitley Strieber, edito da Rizzoli. Il libro racconta la presunta storia di abduction subita dall’autore stesso a partire da una visione avuta in piena notte nel proprio cottage di campagna. I presunti rapimenti alieni sarebbero stati reiterati nel corso degli anni all’insaputa della vittima fino appunto a quella notte in cui tutto è cambiato. Strieber è autore, tra gli altri, di “The Wolfen” del 1978 e “The Hunger” del 1981. Ha curato la sceneggiatura ed è stato il co-produttore dell’omonimo adattamento cinematografico di Communion con Christopher Walken. Suo è anche il soggetto di “Miriam si sveglia a mezzanotte”, di Tony Scott, con Catherine Deneuve, David Bowie e Susan Sarandon.

Whitley Strieber

Whitley Strieber nasce come autore horror passa prima a occuparsi di tematiche inerenti al pericolo di una guerra nucleare e al fantasy poi. Communion rappresenta un po’ l’apice della sua carriera e gli conferisce notevole notorietà. Successivamente scriverà ancora delle sue presunte vicende personali così come in Communion e storie horror, in particolare sui vampiri.

Abduction

Il termine abduction è ormai ampiamente sdoganato ma negli anni 80 non era così. A mio parere, il libro di Strieber ha contribuito a rendere noto al grande pubblico il fenomeno dei rapimenti alieni e l’aspetto del “grigio”, come riportato in copertina. Ma cosa sono le abduction? Ci sono molti casi, in tutto il mondo, di persone che riferiscono di aver visto degli U.F.O. attraversare i cieli notturni delle nostre città, montagne, campagne ecc. Ebbene, alcuni di questi spettatori riferiscono anche di aver avuto degli incontri con quelli che sarebbero gli occupanti di questi oggetti e in alcuni casi, sarebbero stati rapiti dai visitatori, un po’ come facciamo noi umani quando “rapiamo” degli animali per motivi scientifici come monitorare lo stato di salute in rapporto all’inquinamento, per esempio.

Una storia vera

In copertina, sotto al nome dell’autore, appare la scritta: “Una storia vera”. Io non mi esprimo sull’autenticità di tale affermazione perché per farlo, occorrerebbe effettuare ulteriori ricerche al fine di avere un quadro il più completo e oggettivo possibile. Mi limiterò a citare solo alcuni punti interessanti e meritevoli di attenzione.

Punto primo

Whitley Strieber afferma, con assoluta certezza, di aver raccontato solo ed esclusivamente la realtà di quanto vissuto in prima persona.

Punto secondo

Non mi risulta che esistano prove concrete e inequivocabili a sostegno delle affermazioni riguardo il punto primo.

Punto terzo

Whitley Strieber si è sottoposto a esami neurologici, psichiatrici e psicologici i quali confermano che l’autore era nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali e che quanto avvenuto non è stato il frutto della sua immaginazione.

Punto quarto

Whitley Strieber si è sottoposto al test della macchina della verità attestando di fatto che l’autore ha scritto ciò che egli riteneva vero.

Entrambi i test sono riportati in appendice al libro.

Cosa ne penso

Se quel che racconta Strieber sia la verità o meno, non lo so ma sembrerebbe essere in buona fede. Va anche detto che il libro ha rappresentato per lui un punto di svolta nella sua carriera ma al di là di tutto ciò a me il libro è piaciuto molto. Lo stile è efficace, il libro è scorrevole e riesce a ricreare atmosfere cupe e claustrofobiche. In taluni casi il senso di stupore lascia spazio al senso di smarrimento e impotenza perché il protagonista, oltre a non comprendere cosa accade è anche impossibilitato a reagire, non può nulla, è protagonista e spettatore di un dramma personale assolutamente imprevedibile.

Il libro credo che ormai si trovi solo come usato ma se vi piace il genere potrebbe valerne la pena.

È solo un gioco

È appena uscito il mio nuovo libro “È solo un gioco”, edito da Nonsolopoesie Edizioni. È il secondo che pubblico con una casa editrice e questa soddisfazione mi ripaga del tempo impegnato a scrivere, riscrivere, correggere, ecc. Spero possa essere di vostro gradimento. Il libro è acquistabile su Amazon e altri store online oppure lo potete ordinare direttamente in libreria.

È Solo un Gioco

“È solo un gioco”. perchè forse è la vita stessa a essere “solo” un gioco. Le prime poesie appartenenti a questa collezione rappresentano la possibilità di entrare in contatto con le impressioni vibranti nel mondo circostante al poeta. Successivamente, l’autore diviene un mezzo per permettere al lettore di vedere le brutture della nostra moderna società, sapendo che ciò è una tappa obbligata se si vuole tornare a vedere la bellezza nel mondo. Nella terza fase, si ricercano stati interiori volti a immaginare un futuro migliore. In realtà é un ritorno all’ottimismo, non come difesa psicologica ma, come assunzione di responsabilità verso le generazioni future e verso la parte migliore di noi stessi.

“On Writing ” Autobiografia di un Mestiere di Stephen King

Non credo che Stephen King abbia bisogno di presentazioni ma nel caso ci fosse un marziano in missione sulla terra, beh, due paroline devo spenderle altrimenti poi torna su Marte e dice a tutti che non l’ho informato correttamente; non sia mai…

Stephen King

Stephen King è uno scrittore americano di narrativa fantastica e in particolare, horror e paranormale. È uno degli scrittori più prolifici, che più ha venduto; le sue storie sono tra le più rappresentate tanto che il suo nome… come si dice, è una garanzia. Ricordo alcuni dei suoi romanzi più rappresentativi: Carrie, il suo romanzo d’esordio del 1974, The Shining del 1977, Misery del 1987 e Revival del 2014; solo per citarne alcuni, naturalmente. Tre dei quali sono stati anche dei grandi successi cinematografici, indovinate un po’, sto parlando nientepopodimeno che di Carrie – Lo Sguardo di Satana di Brian De Palma con Sissy Spacek, Misery non deve Morire di Rob Reiner con James Caan e Kathy Bates e Shining di Stanley Kubrick con Jack Nicholson. Numerosi anche gli adattamenti per la televisione, tra i quali, La Tempesta del Secolo e Under the Dome.

On Writing

On Writing è un saggio del “re del brivido” uscito nel 2000. In Italia è uscito nel 2001 edito da Frassinelli. Il libro riguarda la vita privata dell’autore e da qualche buon consiglio agli spiranti scrittori, tra i quali l’intramontabile: leggere, leggere, leggere e l’altrettanto intramontabile: scrivere, scrivere, scrivere.

Di cosa parla

Si va beh okay Vincè, ma di cosa parla? Giusto, te lo dico subito. Prima di tutto, parla un po’ di se stesso, della propria infanzia, di come sia nata la passione per la scrittura, dei periodi più duri della propria vita come quando ebbe un incidente e venne investito da una vettura mentre passeggiava tranquillamente e per poco non ci rimise una gamba. Il “re” ci parla anche del rapporto con la moglie Tabitha e di come sia stata lei a incoraggiarlo e a renderlo ciò che è, aiutandolo anche a uscire da circolo vizioso di alcol e droga in cui era finito in certi anni: ” in quel periodo un romanzo come Cujo, non ricordo neanche di averlo scritto”, parole sue… più o meno. Ed è proprio parlando di se, miscelando allegramente e alla perfezione la propria vita privata con quella dello scrittore aspirante prima, e di successo poi, che ci spiega e forse si spiega, cosa vuol dire scrivere, come si fa o perlomeno come riprodurre le condizioni che possono portare a un racconto interessante, che valga la pena leggere insomma. Una delle cose che ci tiene a chiarire fin dall’inizio è che le idee non si comprano al supermercato ma ci piovono in testa, inspiegabilmente e quindi l’unica cosa che si può fare è essere bravi a riconoscerle per utilizzarle e trasformarle in una storia. Oltre a questa, Stephen king ci “svela” diversi suoi trucchetti che poi trucchetti non sono ma che è utile ricordare e su cui vale la pena riflettere.

Cosa ne penso

A me On Writing è piaciuto moltissimo, in parte perché mi ha permesso di conoscere meglio uno scrittore sicuramente popolare ma spaventosamente evocativo nelle scene che descrive e in parte, perché ho potuto apprezzare i suoi personali commenti a delle cose in cui tipicamente si cimenta uno scrittore, le idee, i dialoghi, le descrizioni, avere o no un metodo e quindi stabilire prima gli accadimenti o lasciarsi guidare dall’intuito, di volta in volta. Il libro non è lunghissimo (280 pagine circa) e si legge veramente bene, nel senso che è scorrevole, poi chiaramente se siete fan del “re” beh, in questo caso andrete in brodo di giuggiole, se non lo siete è l’occasione buona per scoprire uno degli autori più affermati degli ultimi 50 anni e farlo partendo dalla sua vita, le sue idee e i suoi concetti sulla scrittura. Se poi siete uno scrittore o aspirante tale, devo avvisarvi, questo volume non può mancare nella vostra libreria comunque la pensiate sull’autore in questione o sul genere da lui trattato.

Per concludere ho trovato molto interessante le appendici finali, dove King mostra un testo grezzo e le correzioni apportate poi in una prima revisione dello stesso e ben due liste di libri che Stephen King ha letto personalmente e che consiglia.

Ah dimenticavo, Stephen è un ottimo chitarrista…niente volevo solo farvelo sapere.

Perché leggere poesie?

Foto di Melanie da Pixabay

Bella domanda, perché leggere poesie? Beh io provo a dare una risposta che potrebbe andar bene per me ma magari anche altri ci si rivedono.

C’ose una poesia?

Intanto diciamo che “poesia” deriva dal greco “poiesis” che significa creazione o creatività. È un componimento in versi che può avere una struttura di tipo classico come la rima baciata, la rima alternata ecc. Oppure può essere privo di una struttura preordinata e quindi in stile moderno o libero. Personalmente sono maggiormente interessato a questo secondo tipo di poesie e in questo caso più che nel primo si usano le parole e i versi per rappresentare o esprimere qualcosa che non può essere compreso in maniera diretta ma nel suo significato complessivo. In altre parole i versi rappresentano quel qualcosa nel loro complesso, che normalmente le parole non riescono a dire.

Molti non leggono, pochi leggono molto

Sembrerebbe proprio così, molti non leggono e pochi leggono molto ma se ciò è vero, è particolarmente vero proprio per la poesia. Leggere secondo me è un pò meditare ma leggere poesie è molto di più. Leggere una poesia significa connettersi con un’energia primordiale, non nel senso di arcaica ma anche arcaica e direi piuttosto non verbale. Ecco è proprio questo il punto, passare da un linguaggio esteriore, effimero se vogliamo, a un linguaggio interiore. Le parole che costituiscono un linguaggio limitato, se ben utilizzate, possono condurre all’illimitato linguaggio della coscienza.

Messaggi tra anime

Ecco, è per questo che secondo me dovremmo leggere poesie. Il poeta non comunica con le parole ma le usa per comunicare con il cuore e chi legge di conseguenza è in grado di accedere al vero significato della poesia, che può anche trascendere le iniziali intenzioni dell’autore, solo se accetta di estromettere, almeno in parte il raziocinio per lasciare campo libero all’anima e leggere con il cuore.

Recuperare una parte di noi

In definitiva, si tratta di recuperare una parte di noi, quella parte che non si vuole piegare al materialismo più bieco e che rivendica un’origine spirituale. Origine che sempre più tenta di riaffiorare nelle nostre vite a costo di mandarle in pezzi e che sempre di più fatichiamo a riconoscere, accettando di frammentarci in tante cose che non siamo noi.

Storie d’amore e di amicizie (progetto)

Di cosa parla

È una raccolta di racconti per l’infanzia incentrati sull’amicizia tra creature diverse e solo in apparenza lontane e contrastanti. È un inno all’amore che lega i genitori e in particolare le mamme ai loro figli, un amore che può essere riscoperto in ogni essere vivente.

Il bambino e l’asinello volante

Angelo, un bambino molto educato e leale, un bel giorno incontra un asinello. Scoprirà ben presto che si tratta di un essere molto speciale e con il quale costruirà un rapporto veramente fraterno.

Lo gnomo del calar della sera

Maria e Mario sono due fratellini molto simpatici. Giocando nella loro casa si accorgono che un ospite invisibile e piuttosto silenzioso è attratto dai loro bellissimi giocattoli colorati. Ma la curiosità è tanta e i due bambini faranno di tutto per capire cosa sta succedendo.

La dama del lago di cristallo

Può l’amore tra madre e figlia opporsi alle leggi che guidano l’universo? Forse, perché:

I miracoli non accadono in contrapposizione alla natura ma in contrapposizione di ciò che sappiamo della natura.

S. Agostino

Se vuoi sostenere il progetto che porterà alla pubblicazione del libro, lo puoi pre-ordinare a questo indirizzo: https://bookabook.it/libro/storie-damore-damicizie/

Dall’idea al romanzo

(Secondo me)

L’idea

Per me è la cosa più importante, tutto nasce con un’idea. Molto spesso idea e titolo coincidono. Questo perché è il mio modo per creare associazioni e arricchirle al più presto. Ciò significa anche che il titolo contiene una parte dell’opera. Un tempo avevo la convinzione di non poter scrivere perché pensavo che fosse un lavoro enorme, in effetti lo é ma non per i motivi che credevo all’epoca. Mi immaginavo lo scrittore chino sulla propria opera dall’inizio alla fine che inventava e scriveva il proprio romanzo sul momento, in fondo è uno scrittore, perciò inventa la storia e la mette su carta o no? Ma le cose non stavano esattamente così. In realtà chi scrive utilizza un metodo e non scrive necessariamente tutto ciò che gli viene in mente di getto ma crea un vero e proprio progetto e a seconda del metodo e della storia, scriverà le diverse parti che la compongono, in momenti diversi. Potrebbe decidere di scrivere subito il finale per esempio o scrivere abbastanza di getto per poi ritoccare e perfezionare ora le descrizioni ora i dialoghi. Spesso e volentieri può essere utile fare una ricerca per scrivere di determinati fatti, luoghi o parti tecniche molto dettagliate come nel caso di un romanzo storico o un racconto di fantascienza. Beh, comunque tutte queste cose tenevano ben a freno la mia voglia di cimentarmi nella difficilissima arte della scrittura ma poi credo di aver capito che studiando e impegnandosi un metodo di lavoro te lo puoi creare mentre le idee no! Non si può insegnare e tanto meno imparare come avere delle idee. O le hai o non le hai; certamente si può lavorare per creare le giuste condizioni affinché le idee affiorino ma non si possono avere certezze al riguardo. Quindi, ogni volta che ho un’idea, appena posso, me la appunto sul mio taccuino, aggiungendo tutti i dettagli che mi vengono in mente.

Il soggetto

In un secondo tempo, riprenderò una delle decine di idee che mi sono appuntato, quella che mi intriga di più sul momento e ne allargo i contenuti. Non sarà una trama ma un soggetto, cioè l’idea ma più in grande. Per esempio, se nell’idea sono contenuti due personaggi, diciamo due fratelli e l’ambientazione è di fantasia, cercherò di tratteggiare meglio non tanto l’aspetto quanto il carattere e le particolarità intese come differenze tra i due fratelli. Altrettanto farò con l’ambientazione; se vivono in una città immaginaria o in campagna, al mare o in montagna; così da avere un valido quadro di partenza in cui poter inserire fatti e altri personaggi.

La scaletta

Dopo aver scritto il soggetto, mi preparerò una scaletta degli eventi. Non è detto che la rispetterò per filo e per segno ma mi servirà come traccia per sviluppare la storia poi. La mia scaletta deve essere di 10 o 20, massimo 25 punti molto sintetici e di precisione variabile.

La ricerca

Come dicevo all’inizio, potrebbe essere utile se non necessario, effettuare una ricerca per rendere la storia il più possibile credibile. Personalmente, se non ci sono ambientazioni particolari, procedo con la scrittura e al bisogno mi fermo e faccio le ricerche del caso.

Prima stesura

Okay, eccoci finalmente alla stesura del romanzo che nel mio caso altro non è che lo sviluppo dei punti della scaletta. Ogni punto può essere un capitolo, parto con questa intenzione ma poi le cose cambiano perché in certi casi lo sviluppo del punto è breve, in altri è più lungo e articolato ma se lo sviluppo non è troppo breve, diciamo che ogni punto della scaletta equivale a un capitolo. La scrittura seguirà un ordine cronologico, scriverò parti successive prima delle precedenti solo nel caso in cui mi venga in mente qualcosa che mi piace troppo ma generalmente non è così. La prima stesura è uno scritto abbastanza grezzo poiché mi interessa delineare bene la storia, seguiranno una serie di aggiustamenti e correzioni.

Seconda stesura

Conclusa la prima stesura, riprenderò in mano il testo e mi concentrerò sul miglioramento delle descrizioni. In questa fase cercherò di capire se le descrizioni fatte sono adeguate. Nelle fasi di riscrittura, occorre guardare il manoscritto nel modo più oggettivo possibile in modo da scovare pecche non visibili durante la profonda immersione nel testo che avviene durante la fase di creazione dello stesso.

Terza stesura

In questa fase l’attenzione sarà tutta sui dialoghi. Uno dei problemi maggiori, secondo me, è che i dialoghi possano essere troppo poco naturali, così come le reazioni agli eventi descritti. Nel caso di un grave dramma, questo deve essere reso come accadrebbe nella realtà o perlomeno nella realtà immaginata e quindi coerente con l’ambientazione ideata.

Correzioni finali

E per finire, ci saranno un numero imprecisato di riletture atte a identificare tutti gli errori, le incoerenze e quant’altro potrebbe danneggiare l’opera con l’intento di consegnare all’eventuale editore, un testo al meglio delle mie possibilità.

Naturalmente questa è la mia esperienza e il mio modo di lavorare, fin qui. Non è certo l’unico ne tantomeno il migliore ma può forse dare un’idea di come scrivere un libro a chi non si è mai posto il problema o a chi vorrebbe tentare ma non sa come cominciare. Se anche tu sei tra questi ultimi, buon divertimento.

Intervista a Paride Royl

Buongiorno Paride, come stai?

Sono ancora un pò scosso per via degli ultimi avvenimenti…

Ti capisco… Puoi presentarti per i lettori di Riflessi d’inchiostro?

Ciao, io sono Paride Royl ho 15 anni e vivo a Roma. L’ultima estate però l’ho passata a Castellana con mio padre e delle nostre amiche. Sono al secondo anno del liceo scientifico e nel tempo libero mi piace leggere.

Ti saresti mai aspettato che potesse accadere tutto questo?

Scherzi? No di certo! Pensavo che mi sarei annoiato per tutta l’estate anche se comunque la tranquillità a me piace, però, accidenti, quante avventure…

Cosa hai trovato a Castellana?

Ho scoperto chi sono o chi dovrei essere. Ho scoperto anche cosa è successo tanti anni fa e questa cosa mi ha segnato definitivamente.

Il fatto di averla scoperta o ciò che è successo?

Entrambe le cose.

Dimmi qualche altra cosa di Castellana.

A Castellana ci sono più leggende di quante tu possa immaginarne. Pensa che ci sono ben quattro torri di guardia e ognuna racchiude in sé dei misteri. C’è il Boscoforesta, il Fiume a Valle, la Via d’Incanto e tante altre cose che ancora non conosco bene e ognuna di queste è legata a un’antica leggenda.

Hai parlato di un boscoforesta, ma si tratta di un bosco o di una foresta.

Tutte e due le cose e nessuna delle due. È un luogo magico che racchiude un segreto indicibile.

Che tipo di segreto?

Indicibile…

Giusto. Puoi parlarci della lanterna?

Posso dirti che è un oggetto straordinario e che ha giocato un ruolo fondamentale nella mia vita.

Sei piuttosto abbottonato.

La magia si rivela a chi si impegna per comprenderla.

Capisco. È vero che c’è una specie di legge, una chiave di accesso al mondo magico?

Il mondo della magia è governato da diverse leggi. Quella di cui parli tu è una precondizione necessaria per accedervi.

Chiunque potrebbe riuscirci?

Potenzialmente sì ma dovrebbe rinunciare ad alcune cose…

Tipo?

Rinunciare alla stupida idea che gli esseri umani siano le creature più importanti di chiunque altro nell’universo, per esempio. Ed è davvero incredibile…

Cosa?

La maggior parte delle persone rinuncia all’unica cosa alla quale non dovrebbe mai rinunciare…

E sarebbe?

Il potere della magia nella vita di tutti i giorni.

Puoi spiegarti meglio?

La maggior parte delle persone fa cose in cui non crede, parla di cose in cui non crede e pensa perfino cose in cui non crede. La gente agisce per secondi fini, è superficiale. Non si ferma più a contemplare la magia della natura. Pensa che le cose accadono perchè è così e basta senza sapere che le cose accadono perché c’è in gioco una magia più grande e invisibile che le fa accadere.

Come ti sei trovato con Ecuba e Lea?

Inizialmente mi sentivo un pò impacciato ma poi si sono rivelate due persone affabili e divertenti. Ne abbiamo passate di tutti i colori e così abbiamo fatto gruppo, abbiamo serrato i ranghi e insieme ce l’abbiamo fatta.

Vi rivedrete ancora?

Spero proprio di sì ma ora non so cosa accadrà.

Il personaggio più strano che hai incontrato a Castellana?

Te ne dico due, Basil e Amaranto. Il primo è un vero e proprio mistero e il secondo è eccentrico da morire.

Una cosa divertente?

Il torneo di scoperchio; un gioco che non conoscevo ed è stato divertentissimo.

Perché dovrebbero leggere le tue avventure?

Perché nella vita c’è tanta magia ma spesso non riusciamo a vederla. Vorrei solo regalarne un pò della mia e forse dopo sarà più facile riconoscerla.

Ma ora vorrei farti anche io una domanda se permetti.

Certo.

Tu mi conosci meglio di chiunque altro, ma io come dovrei considerarti?

Come un amico, Paride…come un amico.

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