Riflessi d'inchiostro

Il blog di Vincenzo Valenza

08/12/2022

Questo è il giorno in cui, tradizionalmente, per molte famiglie italiane cominciano le feste di Natale. Ebbene sì, anche per me è così. Amo l’atmosfera del Natale e hai detrattori di questo periodo dico che sta a noi e solamente a noi, trasformare un periodo che sembra essere diventato un mercato per bottegai di bassa lega (non me ne vogliano i commercianti), in un momento di riflessione interiore e di recupero dei valori; non dico un determinato tipo di valori, non m’interessa quali valori, sto parlando dei tuoi valori personali (purché sani), non sto parlando di religione e neanche di spiritualità di cui avremmo tanto bisogno ma di valori personali come la famiglia, l’amicizia, il rispetto, la lealtà. Bene, ora vado a fare il mio Albero di Natale con Rudolph e una playlist tintinnante come sottofondo.

Buon Albero a tutti

Film: Black Adam

Nuova uscita cinematografica per la DC Comic. Allora, il film non mi è dispiaciuto completamente; c’è però un problema grosso come una casa: i film sui supereroi, hanno un po’ rotto, un bel po’. Nel senso che si continuano a sfornare prodotti commerciali con straordinari effetti speciali ma senza la capacità di bucare il grande schermo. Questi film secondo me hanno preso il posto della “vecchia fantascienza”, abbassandone però il livello qualitativo. Alla fine non è neanche malaccio, purtroppo l’ho trovato noioso e privo di mordente. Poi in generale, la mia impressione, quando si tratta del genere supereroistico, cinematografico e televisivo, é che l’approfondimento psicologico sia esasperato o superficiale, sempre a sproposito.

Allora? Com’è sto film? Mah, che debbo dirti; io a saperlo prima non sarei andato a vederlo però tu fa come vuoi, magari fammi sapere cosa ne pensi.

Tokyo Ghoul

La storia in breve: dei demoni chiamati Ghoul infestano la città di Tokyo. Questi esseri hanno delle capacità fisiche superiori a qualsiasi essere umano, sono più agili, più veloci e possiedono un vero e proprio “organo predatorio” che usano per cacciare umani e cibarsene. Escrescenze che fuoriescono dai loro corpi, di solito dalla schiena, e che possono essere usate come lame per ferire, tagliare, sgozzare, tranciare, decapitare e tante di queste belle cosette. Queste “armi”, quando non usate, rientrano nel corpo di questi demoni, rendendosi invisibili, inoltre sono malleabili, si allungano, si espandono e possono essere più o meno elastiche, più o meno rigide, insomma sono molto ma molto versatili. Naturalmente per contrastare i Ghoul, c’è il comando investigativo anti-ghoul. Investigatori speciali, preparati con il preciso scopo di trovare e arrestare o eliminare i Ghoul che di fatto, sono in cima alla catena alimentare e più mangiano umani, più diventano forti.

Okay, da vecchio lettore di fumetti (ex lettore DC/Marvel/Bonelli), devo dire che i manga mi piacciono. Ho già avuto modo di dire che per me le storie, tutte le storie, a prescindere dal mezzo attraverso il quale vengono divulgate, devono avere tre, e dico tre, caratteristiche importanti.

1° Se muori devi rimanere morto!

Almeno che tu non sia uno zombie, Lazzaro o il prodotto di uno sceneggiatore sparafleshato, devi rimanere morto. Non è che muori e poi, perché ti gira il chicchero, ritorni tra i viventi; a parte che dal punto di vista giuridico non è neanche possibile fare retromarcia, voglio dire, come fai a cancellare il certificato di morte e ripristinare quello di esistenza in vita. Cioè, alla fine uno potrebbe anche tornare ma lo scoglio impossibile da superare è quello burocratico, almeno in Italia. Per non parlare del funerale, le spese e il posto al cimitero. Chi glielo dice ai parenti, al prete che tra l’altro è l’unico che non ci crederà mai. Già mi vedo i direttori delle varie onoranze funebri, non staranno nella pelle sapendo che alla stessa persona possono fare più di un funerale, inventeranno sicuramente una sorta di abbonamento “noi ti facciamo il funerale e tu paghi quando ritorni“. Insomma salvo casi particolari e necessari per lo svolgimento e le logiche della storia, secondo me non si torna indietro. Se stai raccontando di un miracolo, può starci che il tale personaggio torni in vita ma occorre valutare attentamente le modalità con cui avviene, tenendo conto che sicuramente riportare in vita una persona è il miracolo supremo ma possono essercene altri, come per esempio evitare che un malato terminale muoia o salvare una persona ridotta in fin di vita. Molto spesso, quando si riciclano personaggi defunti, ho come l’impressione che sia per mancanza di idee o per paura di perdere consensi. Tutto ciò naturalmente sta anche a significare che le cose accadono e non si può tornare indietro a meno che tu non sia Marti McFly.

2° Il tempo passa per tutti

Non è un detto popolare da sciorinare al bar dopo il quarto peroncino ma un dato di fatto. Non può essere che l’eroe di turno non cresca, non invecchi e via dicendo. Non è accettabile che i vari buontemponi in calzamaglia continuino a combattere gli stessi nemici di generazione in generazione; c’è gente che quasi raggiunta l’illuminazione, decide di tornare sulla terra per finire la propria serie preferita senza sapere che avrà bisogno di più di qualche incarnazione; che ci crediate o no questo è uno dei maggiori ostacoli alla remissione del karma. Il tempo passa per tutti, buoni e cattivi e questo tra l’altro significa anche che se tu scrivi una bella storia che funziona, apprezzata dal pubblico e a cui vuoi giustamente dare un seguito, forse sarebbe più opportuno permettere alla storia e ai personaggi di evolvere e di cambiare invece di riproporre gli stessi meccanismi usati in precedenza. Certo che è un rischio ma se devo leggermi il secondo libro di una serie e questo ripercorre esattamente i meccanismi e l’architettura della prima, onestamente mi rileggo il primo. Poi, per carità ci sono scrittori abilissimi che continuano a scrivere sempre la stessa storia; se questo piace al pubblico, va bene così.

3° Tutto finisce prima o poi

Possibilmente, non troppo poi. E qui torniamo ai manga che rispetto ai fumetti occidentali hanno una loro “vita naturale” al termine della quale finiscono, come qualsiasi altra cosa; perfino i più grandi corpi celesti hanno una vita astronomica di “qualche” miliardo di anni al massimo. Dunque non può essere che mio nipote continuerà a leggere le avventure di Superman o Spiderman come se il tempo per loro si fosse fermato; casomai rileggerà vecchie edizioni o nuove ristampe delle vecchie storie.

Ma, Tokyo Ghoul?

Sì scusa ma mi premeva spiegare alcune cose così potrai anche comprendere meglio quanto scrivo non solo sui manga ma sulle storie in genere. Ora, tornando a Tokyo Ghoul, la prima cosa che guardo in una storia è l’idea, per me deve essere intrigante e l’idea che sta dietro a questo manga è abbastanza intrigante. Sì okay, lo so, si potrebbe dire:”niente di nuovo sotto al sole”, in fondo si tratta sempre del caro vecchio mostro di Frankesnteiniana memoria con qualche contaminazione a base di demoni, un pizzico di fantascienza e il gioco è fatto ma il taglio dell’opera è decisamente moderno e me lo fa apparire piuttosto innovativo. Ma è giusto che tu tenga in considerazione anche il fatto che ho letto pochi manga. Dicevamo, l’idea non mi dispiace, la storia non è male ed evolve quel tanto che basta per farla decollare ma ci sono alcune cose che non mi quadrano.

Il personaggio principale, Kaneki, non mi convince fino in fondo. Avrei gradito una maggiore introspezione del personaggio che avrebbe dovuto subire lacerazioni profonde all’interno della sua anima (la metto così per non fare spoiler ma se l’hai letto, mi capisci, se non l’hai letto, capirai quando lo leggerai).

Gli investigatori anti-ghoul, che sono detti, in gergo, colombi, mi sembrano, in alcuni casi, fin troppo giovani. Ora, se si tratta di combattenti ha senso perché devono essere al massimo delle loro capacità fisiche ma se si tratta di investigatori veri e propri beh, in tal caso io ingaggerei gli agenti migliori e più esperti provenienti da svariati corpi speciali, di pubblica sicurezza e dall’esercito.

Il finale (che non ti rivelerò), non mi è piaciuto o meglio non mi ha soddisfatto fino in fondo.

A queste aggiungo una cosa che forse dipenderà da me ma non ne sono certo. In alcuni casi, faccio fatica a distinguere alcuni personaggi che tra loro mi sembrano molto simili e nelle scene di lotta, non sempre riesco a capire come si muovono i Ghoul con i loro Kagune che come dicevo prima sarebbe il loro micidiale organo predatorio.

Per concludere, Tokyo Ghoul non sarà un capolavoro ma resta una buona lettura con diverse scene spassose. Menzione d’onore per il personaggio Kazuichi Banjou. Mi è piaciuto molto.

Intervista a Paride Royl

Buongiorno Paride, come stai?

Sono ancora un pò scosso per via degli ultimi avvenimenti…

Ti capisco… Puoi presentarti per i lettori di Riflessi d’inchiostro?

Ciao, io sono Paride Royl ho 15 anni e vivo a Roma. L’ultima estate però l’ho passata a Castellana con mio padre e delle nostre amiche. Sono al secondo anno del liceo scientifico e nel tempo libero mi piace leggere.

Ti saresti mai aspettato che potesse accadere tutto questo?

Scherzi? No di certo! Pensavo che mi sarei annoiato per tutta l’estate anche se comunque la tranquillità a me piace, però, accidenti, quante avventure…

Cosa hai trovato a Castellana?

Ho scoperto chi sono o chi dovrei essere. Ho scoperto anche cosa è successo tanti anni fa e questa cosa mi ha segnato definitivamente.

Il fatto di averla scoperta o ciò che è successo?

Entrambe le cose.

Dimmi qualche altra cosa di Castellana.

A Castellana ci sono più leggende di quante tu possa immaginarne. Pensa che ci sono ben quattro torri di guardia e ognuna racchiude in sé dei misteri. C’è il Boscoforesta, il Fiume a Valle, la Via d’Incanto e tante altre cose che ancora non conosco bene e ognuna di queste è legata a un’antica leggenda.

Hai parlato di un boscoforesta, ma si tratta di un bosco o di una foresta.

Tutte e due le cose e nessuna delle due. È un luogo magico che racchiude un segreto indicibile.

Che tipo di segreto?

Indicibile…

Giusto. Puoi parlarci della lanterna?

Posso dirti che è un oggetto straordinario e che ha giocato un ruolo fondamentale nella mia vita.

Sei piuttosto abbottonato.

La magia si rivela a chi si impegna per comprenderla.

Capisco. È vero che c’è una specie di legge, una chiave di accesso al mondo magico?

Il mondo della magia è governato da diverse leggi. Quella di cui parli tu è una precondizione necessaria per accedervi.

Chiunque potrebbe riuscirci?

Potenzialmente sì ma dovrebbe rinunciare ad alcune cose…

Tipo?

Rinunciare alla stupida idea che gli esseri umani siano le creature più importanti di chiunque altro nell’universo, per esempio. Ed è davvero incredibile…

Cosa?

La maggior parte delle persone rinuncia all’unica cosa alla quale non dovrebbe mai rinunciare…

E sarebbe?

Il potere della magia nella vita di tutti i giorni.

Puoi spiegarti meglio?

La maggior parte delle persone fa cose in cui non crede, parla di cose in cui non crede e pensa perfino cose in cui non crede. La gente agisce per secondi fini, è superficiale. Non si ferma più a contemplare la magia della natura. Pensa che le cose accadono perchè è così e basta senza sapere che le cose accadono perché c’è in gioco una magia più grande e invisibile che le fa accadere.

Come ti sei trovato con Ecuba e Lea?

Inizialmente mi sentivo un pò impacciato ma poi si sono rivelate due persone affabili e divertenti. Ne abbiamo passate di tutti i colori e così abbiamo fatto gruppo, abbiamo serrato i ranghi e insieme ce l’abbiamo fatta.

Vi rivedrete ancora?

Spero proprio di sì ma ora non so cosa accadrà.

Il personaggio più strano che hai incontrato a Castellana?

Te ne dico due, Basil e Amaranto. Il primo è un vero e proprio mistero e il secondo è eccentrico da morire.

Una cosa divertente?

Il torneo di scoperchio; un gioco che non conoscevo ed è stato divertentissimo.

Perché dovrebbero leggere le tue avventure?

Perché nella vita c’è tanta magia ma spesso non riusciamo a vederla. Vorrei solo regalarne un pò della mia e forse dopo sarà più facile riconoscerla.

Ma ora vorrei farti anche io una domanda se permetti.

Certo.

Tu mi conosci meglio di chiunque altro, ma io come dovrei considerarti?

Come un amico, Paride…come un amico.

Diabolik

Il film

Diabolik è il film che porta sullo schermo il famoso personaggio dei fumetti, diretto dai Manetti Bros e interpretato da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea. Tutti e tre gli attori citati si sono dimostrati all’altezza; unica pecca è un Luca Marinelli “sacrificato” in un ruolo, logicamente poco espressivo. La storia è ambientata negli anni sessanta, nello stato immaginario di Clerville e racconta l’incontro tra Diabolik e Eva kant con l’inossidabile Ginko alle calcagna.

La regia

La regia, come si diceva è dei Manetti Bros ovvero Marco e Antonio Manetti, fratelli romani con alle spalle molte produzioni indipendenti e dei quali ricordo la serie dell’Ispettore Coliandro che ho trovato molto piacevole almeno per quanto riguarda le prime due o tre stagioni perché poi il personaggio interpretato da Giampiero Morelli ha incominciato a esagerare, diventando un pò una parodia di sé stesso.

Il fumetto

Diabolik, come tutti sanno o dovrebbero sapere è un famosissimo personaggio dei fumetti. Hai tempi chi leggeva italiano, leggeva Diabolik, Tex o Zagor. Diabolik era il re del crimine all’italiana, affiancato da Eva Kant e inseguito da Ginko. Lo leggevo abbastanza volentieri ma non mi faceva impazzire, perchè era un criminale. Ginko invece mi stava veramente simpatico anche se era l’eterno antagonista, mai o raramente vittorioso e comunque non completamente, altrimenti Diabolik starebbe dietro le sbarre e noi non staremmo qui a parlarne. E comunque mi pare di ricordare che si leggesse molto bene con quelle belle tavole rettangolari beh magari non tutto ma in buona parte.

Alcune curiosità

Le autrici del fumetto erano due sorelle milanesi, Angela e Luciana Giussani, scomparse rispettivamente nel 1987 e nel 2001. Angela inizialmente lavorò come modella realizzando la nota pubblicità del sapone Lux. Fu lei a ideare Diabolik ma proseguì con l’aiuto di Luciana.

Danger: Diabolik è stato il precedente adattamento cinematografico del celebre fumetto. Uscì nel 1968 come coproduzione tra Italia e Francia. Il film fu scritto e diretto da Mario Bava e tra i partecipanti troviamo diversi personaggi di grande spicco. Basti pensare che oltre al già citato Bava, si annoverano tra gli altri, Dino De Laurentis (produttore), le sorelle Giussani che collaborarono al soggetto, Carlo Rambaldi agli effetti speciali insieme a Mario Bava, Ennio Morricone per le musiche, Adolfo Celi tra gli interpreti e Gigi Proietti che doppiava Michel Piccoli, interprete dell’ispettore Ginko. E scusate se è poco.

Diabolik: Ginko all’attacco è il titolo del seguito di Diabolik. Giacomo Gianniotti sostituirà Luca Marinelli nel ruolo di Diabolik.

Cosa ne penso

A me il film è piaciuto. Certo, i dialoghi non erano il massimo ma le atmosfere riprodotte dai Manetti ci sono. Il film è lento ma questo permette agli spettatori di partecipare, pensare, capire, anticipare e stupirsi. Alla lunga i 133 minuti di film si fanno sentire ma nel complesso direi che ne vale la pena. Insomma, ritengo che Diabolik dei Manetti Bros, sia un bel film; assolutamente da consigliare.

Nope

Nope è un horror ed è il terzo film del regista americano Jordan Peele, prodotto dalla Monkeypaw Productions e distribuito dalla Universal. Gli attori principali sono: Daniel Kaluuya e Keke Palmer ed è uscito nell’agosto del 2022.

Di cosa parla

Il film racconta la storia di due fratelli, Oj ed Em che ereditano il ranch del padre, morto in circostanze a dir poco eccentriche. Nel ranch e nei dintorni accadono stranezze, spariscono cose e nel cielo s’intravedono ombre. I due si convincono di essere visitati da alieni e così cercano di filmarli installando delle videocamere. Questa è la base di partenza per poi svilupparsi in quello che è stato definito un horror e forse come genere lo è o tenta di esserlo.

Film d’autore o di cassetta ?

Nope parte come un film d’autore, con immagini e inquadrature ben studiate e di buon effetto, almeno secondo i miei gusti. La costruzione del film nel primo tempo è veramente buona; a tratti si ha l’impressione di essere di fronte a un’opera d’arte tanto sono intriganti alcune scene, ma nel secondo tempo, cambia tutto. Nope diventa un’operazione di cassetta anche se ben congegnata. Il film rimane abbastanza piatto, senza grossi sconvolgimenti. Le sorprese ci sono ma l’impatto sullo spettatore e pari a zero. Per quanto riguarda le prove dei due attori protagonisti, mi è sembrata molto buona quella di Keke Palmer mentre Daniel Kaluuya ha dato vita a un perfetto cavaliere senza macchia e senza paura ma completamente privo di espressività.

Considerazioni conclusive

Nope dovrebbe essere un horror e come tale dovrebbe incutere paura, angoscia e inquietudine ma di tutto ciò, neanche l’ombra. Personalmente non mi ha lasciato nulla, nessuna emozione, nessun brivido di terrore, niente stupore ma solo un velo di rammarico perché l’idea è assolutamente buona, la preparazione lo è altrettanto ma lo sviluppo, per me è assai scadente. Ho esitato parecchio nello scrivere questo articolo semplicemente per il fatto che solitamente mi piace “consigliare” cose che mi piacciono ma è anche una questione di correttezza e di onestà e, naturalmente questo è il mio parere personale.

Dovendomi basare solo su questo film, direi che il buon John Carpenter può dormire sogni tranquilli.

Per me è nope.

Blog Revolution

Sempre per i rari lettori che avranno l’ardire d’imbattersi in questo blog, confermo con questo post, i cambiamenti preannunciati. La forma delle pagine ora è più semplice; in evidenza ci sono gli articoli e/o le informazioni/novità e sulla barra superiore ci sono invece le tre pagine: la prima (da sinistra a destra) è la pagina AUTORE, informazioni su chi scrive; la seconda è la pagina CONTATTI e infine, la terza pagina è quella del mio libro : Paride Royl e la leggenda dei sogni perduti. In primo piano ci sono gli articoli pubblicati, dal più recente al più vecchio.

L’oscuro tornitore

L’oscuro tornitore si appresta a compiere la sinistra opera

Guanti neri egli indossa
oscuri occhiali lo adornano
l’ombra del suo tornio lo cela alla vista

Con risoluta scaltrezza
posiziona l’inerme geoide
i cui promontori, vanno livellati

Egli non può creare
ma solo modificare
qualora ne ottenga il potere.

Sorrisi

Non più sorrisi
sulle tue labbra
ma sorrisi negli occhi

Sorrisi amari
di amica paziente
ancora ottimista

Con la speranza
di rinascere
un giorno
a nuova vita.

La morte

Niente somiglia alla morte
più di un viale alberato
con la fioca luce
che filtra
da vecchi lampioni
consumati dal tempo
e il vento che fischia
tra le ringhiere
e le siepi appassite
di umili case
nascoste allo sguardo
ma presenti nella memoria.

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