Era proprio necessario un altro film sull’uomo invisibile? Sicuramente no! Ma il film non è da buttare, della serie: L’uomo Invisibile è sempre L’uomo Invisibile.

Il romanzo

L’uomo invisibile (The invisible man) è un romanzo del 1897 di H.G.Wells, uno dei padri della moderna fantascienza insieme a Jules Verne. La prima trasposizione cinematografica risale al 1933, seguita da molti altri film e serie tv; in effetti il mondo di celluloide tracima di ritorni e vendette di uomini e donne invisibili, ragazzi, mamme, papà e aggiungete qualsiasi cosa e probabilmente troverete un adattamento ad hoc. Questo per dire che il romanzo di Wells ha avuto un impatto enorme nel mondo del fantastico anche se, a dire il vero, il mito dell’invisibilità è un tema vecchio come il cucco, basti pensare che è presente nelle fiabe e nei miti dell’antichità. Il merito di Wells però sta nel fatto di averlo modernizzato.

H.G. Wells

Come si diceva precedentemente, Herbert George Wells è stato uno dei padri della fantascienza moderna, sicuramente molti ne riconosceranno il nome ma quasi tutti avranno sentito parlare almeno una volta nella vita di film come: L’uomo invisibile, La macchina del tempo, La guerra dei mondi e L’isola del Dottor Moerau. Questi quattro famosissimi film sono tutti adattamenti dei romanzi di Wells e ancora oggi esercitano un discreto fascino. Ecco mi sembrava interessante far notare la grandezza inventiva e mediatica raggiunta da questo scrittore vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

Il film

E ora veniamo al film; all’inizio non mi ispirava grande fiducia ma, man mano che si svolgeva la trama, ha incominciato a piacermi. Cè voluto un po’ ma alla fine l’ho trovato davvero sorprendente o come si suol dire, una piacevole sorpresa. Il punto di vista è quello della compagna di Griffin (l’uomo invisibile) che fugge perché stanca della relazione in cui si è incastrata a causa del carattere violento e manipolatorio dello scienziato che vuole vendicarsi della donna per essere stato lasciato. Griffin, lo scienziato che lavora sull’invisibilità, è un vero genio ma è anche un folle e questo ricalca esattamente il tipo di personaggio delineato da Wells. La protagonista invece, Cecilia, è letteralmente terrorizzata dal fatto che possa essere rintracciata dal suo ex e fa bene ad aver paura, tutto ciò fino a quando non le giunge la notizia che Adrian Griffin è morto. Questo per lei significa che non dovrà avere più paura perché il suo persecutore o presunto tale non potrà più farle del male.

Le prime sequenze

Le prime sequenze non attraggono molto, sono abbastanza piatte e forse una parte introduttiva sarebbe stata ottima, ma è anche vero che serve a costruire la storia che sarà incentrata sull’aspetto psicologico della fuggitiva. Questa cosa da all’attrice anche la possibilità di fare una buonissima prova da interprete e, tra l’altro, ha vinto il Saturn Award come attrice proprio per questo film. Per chi non lo sapesse, il Saturn Award è una specie di Oscar della fantascienza.

Un’occasione persa

Oltre all’incipit un po’ debole, secondo me si poteva trattare in maniera più approfondita la fase in cui Cecilia, dopo essere scappata da Griffin, si sente perseguitata. I modi per farlo ce ne sarebbero stati, dall’approfondimento delle turbe psichiche causate dall’uomo con cui stava, fino ai ricordi che l’hanno portata a vivere quell’esperienza, a come avesse fatto a non capire che quell’uomo era sì un genio ma folle e privo sia di scrupoli che di freni inibitori. Certo, il film è già lunghetto (120min.), ma forse in questo caso poteva valere la pena svilupparlo ulteriormente.

Il tema della violenza sulle donne

Come non riconoscere poi nella pellicola, il tema purtroppo tristemente attuale della violenza sulle donne. Sì, perché nel film, a mio avviso, ciò che spaventa maggiormente non è l’uomo invisibile ma la violenza mentale esercitata sulla donna, una forza anch’essa invisibile ma dagli effetti terribili. Ma Cecilia fa qualcosa di più che la semplice vittima, lei non ci sta e si mette alle spalle la storia che l’ha colpita nel profondo dell’anima, lei troverà la forza per andare avanti e superare le difficoltà enormi che incontrerà spingendosi ai limiti delle possibilità umane sia fisiche che mentali.

L’invisibilità

Qualche considerazione sul tema dell’invisibiltà. In passato, tanto tempo fa, si immaginava, anzi si credeva che esistessero esseri e mondi assolutamente reali ma invisibili, angeli e demoni o elfi; che si potesse diventare invisibili per il tramite della magia, con degli incantesimi. Successivamente, con il progresso scientifico e tecnologico, si immaginava di trovare una formula chimica, un meccanismo in grado di piegare la luce o grazie a poteri causati da agenti sconosciuti. Ebbene oggi ci sono molti studi che riguardano la luce e le possibilità di occultare un oggetto. Siamo ben lontani dall’ottenere un mantello invisibile ma potrebbe non essere impossibile, intanto l’unico oggetto realmente invisibile, ai radar, è un aereo Stealth.

Breve carrellata di personaggi o cose invisibili

In Star Trek i Klingon possiedono astronavi in grado di rendersi invisibili.

In una serie degli anni 70, Gemini Man, un agente segreto esposto a radiazioni acquisisce il potere dell’invisibilità. Il processo viene invertito ma tramite un orologio può tornare invisibile per soli 15 minuti alla volta altrimenti torna invisibile per sempre.

Nei romanzi di Tolkien, l’anello custodito da Bilbo prima e da Frodo poi, rende invisibile chi lo indossa.

In Harry Potter il mantello dell’invisibilità è in grado di occultare il coraggioso maghetto.

Nei Fantastici 4, della Marvel, la ragazza invisibile può rendersi invisibile a piacimento.

Nel film della Disney del 1977, “Pete’s Dragon”, un ragazzino di nome Peter ha per amico un drago che può diventare invisibile. Titolo italiano, Elliot, il drago invisibile.

Wonder Woman, la super-eroina della DC Comic volava su un jet invisibile.

Nei cartoni animati della Warner Bros, i protagonisti spesso usavano una vernice invisibile.

Nel 2014, il regista Gabriele Salvatores ha diretto: “Il ragazzo invisibile”.

Nella mitologia greca, Ade, il signore degli inferi, riceve in dono un elmo che lo rende invisibile.

Insomma

Alla fine, questo film ve lo straconsiglio perché è un film bellissimo, pieno di spunti interessanti, a cominciare dalla psicologia dei personaggi, la scelta, assolutamente al passo coi tempi, del metodo scelto per produrre l’invisibilità, l’inizio del film che non permette bene di capire dove si voglia andare a parare e infine, è il caso di dirlo, un paio di colpetti di scena niente male.

Bene, buona visione (ora che ci penso è veramente strano dire di guardare l’uomo invisibile) e alla prossima,

nano, nano.