Il blog di Vincenzo Valenza

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Nathan Never: L’abisso delle memorie

E il n° 18 della saga e lo ritengo molto importante perché mostra il passato del nostro eroe; questo ci permette di capire meglio chi è veramente Nathan Never.

La precedente vita di Nathan Never

Nathan Never prima di lavorare per l’agenzia Alfa era un agente di polizia, aveva una moglie e una figlia. La sua “normale” esistenza, venne distrutta a causa di un pazzo criminale, implicato in un caso su cui Nathan stava lavorando; la comparsa di Ned Mace segnò la fine della vita del sergente di polizia e diede origine al famoso agente Alfa. Laura, la moglie di Nathan fu barbaramente assassinata da Ned Mace mentre la mente della piccola Ann, la figlia di Nathan Never ne rimase traumatizzata. Tutto ciò portò Nathan a sviluppare enormi sensi di colpa, dolore e frustrazione rendendolo di fatto un eroe cupo e solitario che ben si adatta al mondo distopico in cui vive.

Ciò che abbiamo vissuto ci rende ciò che siamo

Ciò che abbiamo vissuto ci plasma, e Nathan Never ne è l’emblema. Il suo passato tragico, segnato dalla perdita della moglie Laura e dai disturbi della figlia Ann, lo trasforma in un uomo malinconico e riflessivo, ma anche determinato a fare la differenza. Ogni scelta, ogni errore e ogni perdita contribuiscono a definire la sua identità. Nathan non è solo un eroe, ma un simbolo di resilienza: porta il peso delle sue esperienze senza rinunciare a lottare per un futuro migliore. In un mondo deturpato, è la sua umanità ferita a renderlo un punto di riferimento per chi cerca giustizia.

Caratterizzazione ed empatia

Nathan Never è un personaggio profondamente umano e in questo episodio se ne traccia una caratterizzazione importante. Tormentato dal passato, vive tra il rimorso per la morte della moglie e il dolore per la fragilità della figlia. La sua malinconia e i suoi dubbi inoltre lo avvicinano al lettore; non è infallibile né invincibile; è un uomo che lotta contro i propri demoni mentre cerca di fare la cosa giusta in un mondo sbagliato. Questo equilibrio tra fragilità e forza lo rende reale, estremamente reale perché nessuno di noi è sempre nel giusto ma ognuno di noi, a proprio modo, si sforza per esserlo, nel giusto, o per rimediare ai propri errori.

Chi è veramente Nathan Never?

Ma chi è veramente Nathan Never? È più di un semplice eroe, è un uomo tormentato che incarna il peso delle proprie scelte e delle loro conseguenze. La sua storia insegna che la resilienza nasce dalla sofferenza e che l’umanità si manifesta nell’imperfezione. Nathan ci invita a riflettere sul valore della giustizia, sull’importanza del sacrificio e sul potere della redenzione. In un futuro distopico, la sua lotta è un insegnamento universale di speranza e perseveranza.

La scrittura può essere considerata un percorso interiore?

Foto di scnupage da Pixabay

La scrittura potrebbe essere un metodo? Un percorso interiore per migliorare e arricchire sé stessi? Qualcosa che ci porteremo dietro per sempre?

La scrittura

La scrittura, che tutti conosciamo, è il modo con cui rappresentiamo le lettere che combinate insieme tra loro e con l’aiuto di segni di interpunzione come il punto, la virgola e il punto e virgola, formano parole e frasi di senso compiuto. Detto così sembra abbastanza semplice ma in effetti la scrittura non è semplicissima, cioè lo è e non lo è, perché finché restiamo nell’ambito della scrittura atta a veicolare informazioni, a parte la conoscenza delle stesse, beh è relativamente semplice, io scrivo un informazione, tu la leggi e acquisisci l’informazione che volevo darti, generale o particolare che sia. Ma quando entriamo nell’ambito della scrittura creativa di semplice non c’è più nulla, il solo scrivere migliaia di parole per creare una storia non è per nulla semplice se poi aggiungiamo che tali parole e frasi, che costituiscono i capitoli di un romanzo, devono anche intrattenere, interessare ed emozionare beh, allora non c’è nulla di più complesso. E naturalmente è proprio questo il tipo di scrittura di cui ci interessiamo. La scrittura creativa.

Un percorso

Proviamo ora a pensare a cosa sia un percorso, così senza contestualizzare è la strada, più o meno fisica che porta da un punto A a un punto B. Ora nel caso di una strada, può essere un percorso che ci porta da Roma a Milano o da Torino a Napoli e via dicendo ma se parliamo di un percorso interiore, è sempre una strada, che ci porta da un punto A a un punto B ma il punto A in questo caso non è un luogo fisico ma uno stato interpersonale così come il punto B, in base alle proprie convinzioni e credenze. Quindi un percorso interiore efficace ci porterà, se sapremo percorrerlo, da uno stato interiore meno evoluto, a uno stato interiore più evoluto o comunque più vicino al nostro ideale di evoluzione o miglioramento. La domanda quindi è, la scrittura creativa può aiutarmi a migliorare me stesso al fine di raggiungere un elevato progresso spirituale? Ma prima di rispondere continuiamo con la nostra disamina.

La vita stessa come percorso

A me personalmente verrebbe da rispondere di sì, senza alcun dubbio ma voglio spiegarmi un pò meglio per permettere a chi legge di valutare e prendere in considerazione tale eventualità. Abbiamo detto che la scrittura creativa è un sistema molto complesso per rappresentare realtà altre e che va oltre ai segni utilizzati per padroneggiarla; poi abbiamo detto che un percorso interiore deve portare il “praticante” a un livello superiore in funzione di propri interessi e convinzioni, ora possiamo aggiungere, per completare il quadro, che ogni cosa che facciamo nella vita può essere inteso e affrontato come un percorso di crescita e miglioramento interiore in base al nostro grado di consapevolezza. Se per alcuni alzarsi al mattino per andare al lavoro o studiare, è solo una scocciatura; per costoro, il risveglio non può essere una pratica spirituale. Se per altri, invece, il risveglio non può che essere un miracolo dell’anima che rinasce ogni volta a nuova vita, va con se che per costoro, svegliarsi al mattino può essere anche una pratica spirituale. In questo senso la vita stessa è un percorso di maturazione dell’anima e la consapevolezza che essa reca con sé determina la sua capacità di accorgersi di tutto ciò e trasformare o meglio realizzare ciò che da sempre è stato, è e sarà.

Scrivere anche per se stessi al fine di migliorarsi

Detto ciò risulta evidente che ogni cosa può essere un percorso interiore e quindi anche la scrittura e in particolare, la scrittura creativa. Per questo tuti i motivi per i quali uno scrive hanno una loro intrinseca nobiltà, che si tratti di guadagnarsi la scorza, divertirsi, divertire o scrivere per la gloria. È chiaro che tutte queste cose sono solo alcune sfaccettature di qualcosa di più grande. È logico che scrivere, a qualsiasi livello lo si faccia, significa osservare, imparare, conoscere, anche poco, ma quel tanto che basta per poter ottenere qualcosa di dignitoso e prima o poi, confrontarsi con ciò che siamo, cosa ci spinge a fare ciò che facciamo, veramente. Tutto ciò significa entrare profondamente in sé stessi per comprendere meglio le ragioni del nostro agire e di conseguenza del perché siamo su questa terra e infine, io credo, che anche se non ci fosse una ragione, dovremmo comunque inventarla.

L’argomento naturalmente è enorme e non si può esaurire in poche righe ma come al solito, spero di aver offerto spunti per una ricerca personale sia in chi scrive ma anche in chi legge.

Ecco i link ai miei libri:
È solo un gioco
Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

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