Il blog di Vincenzo Valenza

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The boys: prima stagione

Eh, lo so, lo so, sono un po’ in ritardo ma ho concluso ora la prima stagione di questa serie TV…

La serie
The Boys, è una serie TV basata sull’omonimo fumetto creato da Garth Ennis e Darick Robertson, ha conquistato il pubblico con il suo tono dissacrante e brutale. Adattata per lo schermo da Eric Kripke (conosciuto per aver creato Supernatural), la serie è stata prodotta da Amazon Prime Video e vanta il coinvolgimento di Seth Rogen ed Evan Goldberg come produttori esecutivi, noti per il loro lavoro su adattamenti fumettistici come Preacher. Nel cast spiccano Karl Urban nel ruolo di Billy Butcher, un leader cinico e determinato, e Jack Quaid come Hughie Campbell, un ragazzo comune trascinato in un mondo di caos. Tra gli antagonisti, Antony Starr interpreta Homelander (Patriota), un supereroe tanto potente quanto spietato, mentre Erin Moriarty dà vita a Starlight, l’unico spiraglio di moralità tra i “super”.

La trama
La prima stagione di The Boys esplora un mondo in cui i supereroi, noti come “I Sette”, sono gestiti come celebrità dalla potente corporazione Vought International. Dietro l’apparenza eroica, i super si rivelano corrotti, egoisti e spesso pericolosi. La serie segue il percorso di Hughie, che si unisce a un gruppo di vigilanti guidati da Billy Butcher dopo che la sua fidanzata viene brutalmente uccisa, per “errore”, da A-Train, un supereroe a dir poco irresponsabile. Il team dei “ragazzi”, lotta per smascherare le malefatte dei super e della Vought, affrontando sfide estreme e scoprendo segreti sconvolgenti. La stagione intreccia intrighi, azione e momenti di profonda riflessione su potere e responsabilità.

Molto super ma poco eroici
The Boys si distingue per il modo in cui ritrae i supereroi. Lontani dall’essere modelli di virtù, i “Sette” sono un concentrato di egoismo, vizi e abusi di potere. Patriota, il leader del gruppo, rappresenta una parodia inquietante dell’eroe di tipo classico: onnipotente ma privo di empatia. A-Train è un velocista ossessionato dalla competizione e dalla droga, mentre Queen Maeve è una figura disillusa, intrappolata in un sistema che non lascia spazio per il vero eroismo. Questa rappresentazione cruda e realistica dei super sottolinea le loro debolezze e umanità, rendendoli più simili a celebrità narcisiste che a salvatori altruisti.

La differenza tra The Boys e i supereroi dei fumetti tradizionali
A differenza dei fumetti tradizionali che spesso celebrano i supereroi come icone di moralità e sacrificio, The Boys offre una visione cinica e sovversiva. Invece di ispirare, i supereroi della serie incarnano i pericoli del potere incontrollato e la corruzione dell’individuo quando messo al centro dell’adorazione pubblica. Mentre personaggi come Superman o Spider-Man si dedicano a proteggere l’umanità, i super di The Boys sono strumenti di marketing e politica, simboli di un sistema capitalista che sfrutta il bene pubblico per profitto. Questa differenza sostanziale rende la serie unica, sfidando il pubblico a riflettere su cosa significhi davvero essere un eroe.

…Insomma, come avrà capito chi non conosce questa serie, siamo di fronte a un progetto che rovescia completamente il genere, offrendo molti spunti di riflessione. Il primo episodio non mi è piaciuto molto; ho dovuto aspettare il secondo e anche il terzo per poter incominciare ad apprezzare questa serie che malgrado si interessante e assolutamente innovativa, la ritengo comunque sopravvalutata.

Per concludere direi che,The Boys è una serie da vedere e su cui riflettere ma nella quale rimane difficile immedesimarsi. Io non sono riuscito a prendere le parti di nessuno di loro, in effetti è una di quelle opere dove nessuno è veramente “pulito” e le emozioni vengono sepolte sotto una coltre di crudeltà e indifferenza.

Di seguito i link ai miei libri:

Il Bambino e l’Asinello Volante e Altre Storie

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

È Solo un Gioco

Serie: Jupiter’s Legacy

Jupiter’s Legacy è una serie tv in onda su Netflix, tratta dall’omonimo fumetto scritto da Mark Millar e disegnato da Frank Quitely. La serie ci racconta di alcuni supereroi che formano un gruppo chiamato: “Unione della giustizia” e dei loro figli, eredi dei loro poteri.

Il concetto di giustizia

“L’unione della giustizia”, si fonda su alcuni principi, di cui il primo e più importante è: Non uccidere; i criminali infatti, si combattono e si arrestano ma non si uccidono. Il problema nasce quando Brandon, il figlio del capo del gruppo che si fa chiamare Utopian, uccide un super-cattivo, contravvenendo al suddetto principio numero uno. Il gran polverone che ne deriva porta a discussioni quanto meno accese coinvolgendo l’opinione pubblica e di fatto crea sia tra i supereroi che tra la gente comune, due schieramenti, a favore o contro la linea dura. Ma tutto ciò vuole rappresentare anche uno scontro generazionale, quello che andava bene ieri non va più bene oggi, forse.

Il senso di responsabilità

Se il concetto di giustizia, che oggi è tanto indefinito quanto disatteso, è uno dei due grandi temi in Jupiter’s Legacy, l’altro è senz’altro il senso di responsabilità che va, e deve andare, perfettamente a braccetto con il concetto di giustizia. Nella serie, alcuni supereroi di seconda generazione, non intendono assumersi la responsabilità di difendere le persone ordinarie dalle minacce non ordinarie che incombono sulle loro vite. È questo il caso di Chloe, la figlia di Utopian che invece di combattere i criminali, sceglie una carriera come modella. Per non parlare di altri giovani supereroi che si schierano più o meno apertamente con fazioni criminali.

Le origini dei poteri

L’origine dei poteri sovrumani dei nostri eroi, che come sempre in questo tipo di storie è molto importante, è rivelato attraverso continui flashback, soluzione narrativa molto amata dagli autori d’oltreoceano; di fatto gli episodi sono un continuo avvicendarsi tra gli eventi del passato e quelli del presente. Personalmente avrei evitato tutto ciò, ricostruendo eventualmente le origini dei supereroi in una eventuale “ultima” stagione.

Una sola stagione

Insomma, a mio avviso, i presupposti per uno sviluppo in più stagioni (così com’era previsto), c’erano tutti e poteva essere un bel viaggio; sì perché la serie è stata cancellata dopo una sola stagione, sembra a causa di uno scarso risultato in termini di apprezzamento da parte del pubblico in concomitanza con un aumento non previsto del budget. Peccato, anche perché l’ultimo episodio della prima e unica stagione, stava prendendo una piega piuttosto interessante.

In conclusione, vale la pena vedere una serie rimasta incompiuta? Dipende, secondo me è comunque interessante, perciò se avete la curiosità di esplorare questo mondo, guardatela con la consapevolezza che non ne vedrete la conclusione; se invece non avete tale curiosità e non sopportate il fatto di non poter completare ciò che avete iniziato, allora lasciate stare, perché non fa per voi. A me la serie è piaciuta, il problema è solo quello, per poterne godere appieno la serie doveva continuare nei suoi sviluppi. Comunque se volete dare una sbirciatina, non è neanche molto lunga, sono infatti solo otto episodi. Fate voi… a chi l’ha vista invece chiedo, come l’avete trovata? Vi è piaciuta?

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