Foto di Soraia Sofia Geraldes da Pixabay

Quando si parla di fumetti italiani, inevitabilmente si parla dei fumetti Bonelli. Non importa se sia stato o no il primo a fare fumetti in Italia ma nell’immaginario collettivo è il primo e sicuramente il più importante produttore di fumetti.

Tex

Tex è certamente il personaggio di punta in casa Bonelli e fa un po’ parte di quel gruppo di eroi che seguivo da ragazzino, almeno per quanto riguarda i fumetti di casa nostra. Tex è il simbolo non solo della Sergio Bonelli Editore S.P.A. ma di un’intera generazione e di un modo di vivere che ormai non esiste più. Sì, perché Tex era un eroe del west e a quei tempi, diciamo tra gli anni sessanta e ottanta, il west andava forte, nei fumetti e al cinema, beh a onor del vero, negli anno ottanta al cinema, non più tanto. Poi, oltre a essere un eroe dei fumetti e del west, era anche il simbolo di un divertimento stranissimo, guardare dei disegni con attaccate delle nuvole in cui si possono leggere le parole pronunciate dai personaggi. Un’altra era, eppure ancora si stampano fumetti, non tanti come prima ma si stampano.

Gli altri bonelli

Oltre a Tex, per quanto riguarda i fumetti italiani, leggevo “Il comandante Mark”, “Il piccolo ranger” e il mio preferito, Zagor. Escludendo il coamndante Mark che era ambientato nel 1700, gli altri due erano ambientati nel mondo del far west. Inizialmente, volendo tornare a leggere fumetti (dopo molti anni), ho optato per i manga che mi sembravano molto interessanti, soprattutto perché le storie non sono infinite ma si concludono. Ora però sento il bisogno di tornare a leggere un pò di fumetti classici, italiani, tra quelli che intendo leggere, alcuni ne ho già letti in passato, ci sono Dylan Dog, Martine Mystere e Nathan Never. Dylan Dog e Nathan Never, come dicevo, già li conosco e Martine Mystere, solo di nome. Ma perché tornare a leggere il fumetto italiano e “bonelliano”, quando i manga sono molto più moderni e in linea con il mondo attuale e inoltre hanno, per me, delle indiscusse qualità, come storie che finiscono, gente che muore, cose che cambiano? Essenzialmente per due motivi, il primo sono i disegni, sicuramente sarà un problema mio ma i personaggi dei manga si confondono un pò e questo infastidisce la mia lettura. Il secondo motivo e che mi piace il formato un po’ più grande 16×21, con tavole più “pulite” e un formato simile a quello dei libri, rispetto al classico formato manga 12×18. Queste mie preferenze mi fanno apprezzare maggiormente l’esperienza di lettura dei fumetti, in quanto alle storie mi riservo di parlarne man mano che le letture proseguiranno.

Le sfide del fumetto italiano

Negli anni, i personaggi e gli albi editi da Bonelli, sono diventati tanti, ne cito qualcuno, solo a titolo di esempio:

Mister No, un ex combattente della seconda guerra mondiale che sceglie di allontanarsi dalla civiltà e guidare i turisti nei cieli della giungla amazzonica degli anni cinquanta.

Il cacciatore di killer, Morgan Lost

Dragonero, cacciatore di draghi.

Dampyr, figlio di un vampiro e di una donna umana.

Julia, la criminologa.

Lo sciamano bianco, Magico Vento.

E molti altri ma voglio segnalare un albo molto interessante, Le Storie. Basato su storie e protagonisti sempre diversi.

Una grande ricchezza quindi di storie e personaggi ma penso, e non credo di sbagliarmi di molto, che il fumetto in Italia ma probabilmente anche nel resto del mondo, abbia un problema, anzi più d’uno ma il più importante è la sopravvivenza. In un mondo che viaggia a velocità pazzesche, leggere nuvole d’inchiostro con disegni stampati su carta sembra roba preistorica e probabilmente lo è ma questo non significa che non possa avere un’attrattiva oppure che non possa veicolare valori o del sano divertimento. Sono convinto che se tanti della mia generazione leggono libri, questo è dovuto anche, in buona parte, al mondo del fumetto che ci ha trasmesso l’amore per la lettura poi, la curiosità, la voglia di conoscenza, la passione per l’arte e la crescita sia esteriore che interiore, hanno fatto il resto. Il fumetto è stata la prima lettura di tantissimi ragazzini che in seguito, come me, sono passati alle riviste, ai quotidiani e naturalmente ai nostri tanto amati libri.

La seconda sfida che il fumetto ha davanti, credo che riguardi il modo in cui vengono concepite le storie che devono essere fatte per finire, le persone muoiono e le cose cambiano questo io credo che sia legato a doppio nodo con la sfida precedente. Non bisogna aver paura di non avere più il personaggio, una bella saga scritta, resta scritta, può vendere a diverse generazioni, avremmo inoltre più personaggi e un maggiore appeal tra i giovanissimi.

La terza sfida riguarda l’esigenza di non scimmiottare il mercato d’oltreoceano, non dobbiamo creare storie o saghe fotocopia ma sfruttare il genio e la sregolatezza all’italiana.

Leggete italiano

Oltre ai fumetti Bonelli ci saranno realtà meno note o anche autori autoprodotti che io non conosco ma penso che sia importante leggere italiano. Leggete e leggete italiano; il fumetto può essere molto distensivo e anche molto istruttivo, il livello dei disegnatori oggi è molto alto e le rappresentazioni sono straordinarie. Possiamo contribuire alla rinascita di un’arte fantastica che potrà dare gioia e impulso alle generazioni future. Solleviamo la testa dai telefoni, torniamo a un intrattenimento anche più interiore, integriamo le forme d’arte e di intrattenimento del passato nel nostro arsenale, vastissimo, di giochi e divertimenti. Se avete dei figli, provate a regalargli un “giornaletto”, se si appassionerà contribuirete a formare persone migliori e ve ne saranno grati in eterno. È vero che i fumetti oggi costano molto di più che in passato ma è altrettanto vero che anche tutto il resto costa di più; con l’equivalente di quattro caffè, potete comprare un albo mensile, dieci albi mensili costano quanto un videogioco e se fumate… che ve lo dico a fare.

Un’ultima segnalazione, Bonelli Digital Classic, i fumetti Bonelli in digitale, acquistabili con un abbonamento annuale.

Insomma io voglio tornare a leggere fumetti italiani, sono convinto che vadano sostenuti e penso che potranno essere una risorsa importante e una ricchezza da preservare per le generazioni future e voi cosa ne pensate?

Per acquistare i miei libri:

È solo un gioco

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti