Sempre per i rari lettori che avranno l’ardire d’imbattersi in questo blog, confermo con questo post, i cambiamenti preannunciati. La forma delle pagine ora è più semplice; in evidenza ci sono gli articoli e/o le informazioni/novità e sulla barra superiore ci sono invece le tre pagine: la prima (da sinistra a destra) è la pagina AUTORE, informazioni su chi scrive; la seconda è la pagina CONTATTI e infine, la terza pagina è quella del mio libro : Paride Royl e la leggenda dei sogni perduti. In primo piano ci sono gli articoli pubblicati, dal più recente al più vecchio.
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L’oscuro tornitore si appresta a compiere la sinistra opera
Guanti neri egli indossa
oscuri occhiali lo adornano
l’ombra del suo tornio lo cela alla vista
Con risoluta scaltrezza
posiziona l’inerme geoide
i cui promontori, vanno livellati
Egli non può creare
ma solo modificare
qualora ne ottenga il potere.
Non più sorrisi
sulle tue labbra
ma sorrisi negli occhi
Sorrisi amari
di amica paziente
ancora ottimista
Con la speranza
di rinascere
un giorno
a nuova vita.
Niente somiglia alla morte
più di un viale alberato
con la fioca luce
che filtra
da vecchi lampioni
consumati dal tempo
e il vento che fischia
tra le ringhiere
e le siepi appassite
di umili case
nascoste allo sguardo
ma presenti nella memoria.

Cosa fareste voi se trovando un quaderno scopriste che si tratta di uno strumento potentissimo, appartenente a un dio della morte? E cosa fareste se vi dicessero che scrivendoci sopra il nome di qualcuno, questi morirebbe entro poco tempo? Questa è l’idea che sta dietro alla storia del fumetto scritto da Tsugumi Oba e disegnato da Takeshi Obata. Il manga e ben disegnato, l’idea è intrigante e soprattutto la storia non dura in eterno. Sì, questa è la cosa o almeno una delle cose che più mi piacciono dei manga. La storia ha un inizio, una sua evoluzione e sembrerà incredibile ma finisce. E già, perché poi uno si domanda: ma possibile che i personaggi dei fumetti restino bloccati in un eterno presente? Cosa che succede per la stragrande maggioranza delle storie dei fumetti italiani e americani. Molti degli eroi più famosi dei fumetti dovrebbero essere ormai vecchi e stanchi se non morti; per non parlare delle trovate per riesumarli come improbabili rinascite, universi alternativi e chi più ne ha più ne metta; va bene che parliamo di fantasia ma almeno dal punto di vista editoriale… Va bene, comunque stavamo parlando di Death Note. A parte qualche scelta, secondo me un pò azzardata, nel senso che in alcuni casi la logica del racconto è un pò stiracchiata perché in un contesto “reale”, i protagonisti, correrebbero sicuramente meno rischi… ma sarebbe stato anche meno divertente. Di qui la sfida del raccontare una storia realistica e avvincente, d’altronde, l’autore detta le regole e il lettore ne vive la storia seguendole ma a volte alcune cose non quadrano e non si può fare a meno di vederle. Detto ciò, il manga è molto bello, divertente e pieno di spunti di riflessione in un ambientazione in cui il bene e il male si confondono e qui sta la sfida per il lettore che è chiamato a rispondere, solo e unicamente a sé stesso, alla seguente domanda: Tu lo useresti il quaderno della morte?
In cima al mondo
o sottoterra
con il bisturi
o la vanga
imbellettati come manichini
o trasandati come dei barboni
Con il mento sporgente
ed il petto confacente
o il capo chino
e la schiena dolente
In ogni caso
siamo carne e sangue
intelletto e sentimento
Siamo il tempio
e l’architetto
siamo pecore in assetto da combattimento.

Finalmente il 28 giugno 2022 ha visto la luce il mio primo romanzo, un fantasy: Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti. È un urban fantasy per l’esattezza e Paride Royl ne è il protagonista. Paride è un quattordicenne come tanti ma si porta dentro un grande dolore, la perdita della mamma in tenerissima età. Questo dolore lo rende molto riflessivo e introverso e non si capacita delle scarse informazioni ricevute in merito dal padre, Menos, con il quale passerà l’estate in un paese del Lazio, Castellana. Sarà proprio in questo paesino che conoscerà Ecuba, grande amica della famiglia Royl, e Lea, sua figlia. Proprio con Lea che comincerà a scoprire che a Castellana, qualcosa non torna. Ma alla fine, chi è Paride Royl? È un ragazzo che dovrà riconsiderare le sue idee sulla realtà che lo circonda, che dovrà necessariamente fare delle scelte importanti, che dovrà crescere anzitempo. In definitiva è un ragazzo che suo malgrado si troverà a vivere avventure fantastiche, in un mondo che non credeva tale.
https://delos.digital/9788825420975/paride-royl-e-la-lanterna-dei-sogni-perduti

Ciò che resta della famiglia Royl, dopo un grave incidente d’auto, sono Menos e il figlio Paride. Durante una vacanza nella loro casa di Castellana, piccolo paese del Lazio, ospiteranno Ecuba e sua figlia Lea, due amiche di famiglia. I due ragazzi, inizialmente un po’ diffidenti, si avvicineranno l’uno all’altra e scopriranno che Castellana nasconde misteri inimmaginabili. Grazie a una magica lanterna avranno accesso a conoscenze inaspettate e da quel momento nulla sarà più come prima. La magia entrerà nella loro vita e con essa misteri, leggende e segreti che li costringeranno a prendere atto che la realtà non è ciò che sembra e il mondo invisibile è tanto concreto quanto quello visibile.

Qualche parola su questo film e lo dico subito, a me è piaciuto! Ma andiamo con ordine, magari non tutti sanno di cosa si tratta. È un film basato sul personaggio della Marvel, il Doctor Strange, il potente mago dell’universo Marvel.
Le origini di Doctor Strange
Stephen Strange è un neurochirurgo molto quotato ma molto, troppo pieno di sè. A causa di un incidente stradale, riporta delle ferite alle mani talmente importanti che non gli permetteranno di continuare ad esercitare il proprio lavoro, lavoro che gli aveva dato tutto, ricchezza, notorietà ed egocentrismo. In preda alla disperazione, un giorno, sente parlare di un grande mago che potrebbe, secondo lui, guarirlo. Decide quindi di partire per l’Hymalaya alla ricerca dell’Antico che decide di non curarlo a causa della sua arroganza ma gli offre un addestramento magico (vedendone il potenziale) che Strange rifiuta. Lui vuole tornare alla sua precedente vita per continuare a nutrire il suo ego spropositato. Saranno gli eventi a convincerlo che nel mondo c’è molto di più di quanto pensi e che si può fare del bene senza doversi aspettare necessariamente onori e gloria.
Il fumetto
Beh che dire, i tempi cambiano e i personaggi mutano, in linea (forse) con le aspettative delle giovani generazioni ma il dottor Strange che ho conosciuto io non era così, non cazzeggiava come questo. Bisogna comunque dire che Benedict Cumberbatch è un ottimo attore e comunque sia l’operazione di portare il Dottor Strange sul grande schermo è pienamente riuscita e direi che è una delle migliori operazioni della Marvel insieme forse a Iron Man e Captain America.
Stan e Steve
Il fumetto è stato creato dalla strepitosa coppia: Stan Lee e Steve Ditko, dove Stan sarebbe l’ideatore e Steve il disegnatore ma a quanto pare l’idea iniziale sarebbe stata di Ditko, poi perfezionata da Stan Lee e altri collaboratori.
Il film
Ma torniamo al film prodotto dalla Marvel Studios con la regia di Sam, Raimi. Come dicevo all’inizio, a me il film è piaciuto. Perché mi è piaciuto? Perché c’è magia, azione e mistero, tanto per cominciare. Poi bisogna dire che il film è un enorme effetto speciale ma siccome il tema principale è la magia e non si lesinano incantesimi, beh, ci sta. In alcuni casi, per me, la computer grafica è un limite, perché ci si affida agli effetti speciali a discapito della storia e perché, sinceramente, a volte, vedere sul grande schermo battaglie di supereroi, mostri, robot, giganti e tutto quello che ho detto prima, giganti (ad esclusione dei giganti, giganti) non è che sia il massimo e si finisce per non capirci gran ché. Mettiamoci pure che Sam Raimi è il regista giusto per una storia del genere e che gli attori sanno il fatto loro et voilà. Come diceva il tipo è tutto un gioco di prestidigitalizzazione…credo.
Leggo e scrivo da molto tempo, inizialmente per il gusto di farlo, per piacere personale ma poi, un bel giorno, leggendo un articolo che parlava di terrorismo in medio oriente, sentì il bisogno di rispondere, in qualche modo ma non lo feci. Presi però una penna e un pezzo di carta e scrissi una poesia che ho poi intitolato: È solo un gioco. Non mi interessava esprimere un’opinione ma un’impressione, una sorta di percezione interiore. Tornai a farlo altre volte e così decisi di scrivere una collezione di poesie ed eventualmente pubblicarle. A oggi ho autopubblicato due collezioni di poesie, Foglie Cadenti e Cieli Ambrati. Ne ho finita una terza ma ho pensato di non pubblicarla come ho fatto con le altre bensì metterle tutte insieme e farne una collezione più grande concludendo questo mio ciclo dedicato alla poesia. Presi la decisione di smettere con le poesie, per trovare più tempo per il blog e i racconti su cui stavo lavorando. Ora mi sono accorto che scrivere poesie per me è una necessità. Ho bisogno di scrivere a mano (anche se ho una grafia terribile). Ho bisogno di allenare questo sesto o settimo senso che mi fa sentire interiormente le cose oltre che vederle o udirle. Non è detto naturalmente che il mio sentire sia quello giusto e forse non c’è un modo giusto ma molteplici possibilità e infinite sfumature. Ho bisogno di tutto questo e forse molto altro e ho bisogno di farlo tutti i giorni.