Il blog di Vincenzo Valenza

Autore: riflessidinchiostro Page 2 of 4

Diabolik

Il film

Diabolik è il film che porta sullo schermo il famoso personaggio dei fumetti, diretto dai Manetti Bros e interpretato da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea. Tutti e tre gli attori citati si sono dimostrati all’altezza; unica pecca è un Luca Marinelli “sacrificato” in un ruolo, logicamente poco espressivo. La storia è ambientata negli anni sessanta, nello stato immaginario di Clerville e racconta l’incontro tra Diabolik e Eva kant con l’inossidabile Ginko alle calcagna.

La regia

La regia, come si diceva è dei Manetti Bros ovvero Marco e Antonio Manetti, fratelli romani con alle spalle molte produzioni indipendenti e dei quali ricordo la serie dell’Ispettore Coliandro che ho trovato molto piacevole almeno per quanto riguarda le prime due o tre stagioni perché poi il personaggio interpretato da Giampiero Morelli ha incominciato a esagerare, diventando un pò una parodia di sé stesso.

Il fumetto

Diabolik, come tutti sanno o dovrebbero sapere è un famosissimo personaggio dei fumetti. Hai tempi chi leggeva italiano, leggeva Diabolik, Tex o Zagor. Diabolik era il re del crimine all’italiana, affiancato da Eva Kant e inseguito da Ginko. Lo leggevo abbastanza volentieri ma non mi faceva impazzire, perchè era un criminale. Ginko invece mi stava veramente simpatico anche se era l’eterno antagonista, mai o raramente vittorioso e comunque non completamente, altrimenti Diabolik starebbe dietro le sbarre e noi non staremmo qui a parlarne. E comunque mi pare di ricordare che si leggesse molto bene con quelle belle tavole rettangolari beh magari non tutto ma in buona parte.

Alcune curiosità

Le autrici del fumetto erano due sorelle milanesi, Angela e Luciana Giussani, scomparse rispettivamente nel 1987 e nel 2001. Angela inizialmente lavorò come modella realizzando la nota pubblicità del sapone Lux. Fu lei a ideare Diabolik ma proseguì con l’aiuto di Luciana.

Danger: Diabolik è stato il precedente adattamento cinematografico del celebre fumetto. Uscì nel 1968 come coproduzione tra Italia e Francia. Il film fu scritto e diretto da Mario Bava e tra i partecipanti troviamo diversi personaggi di grande spicco. Basti pensare che oltre al già citato Bava, si annoverano tra gli altri, Dino De Laurentis (produttore), le sorelle Giussani che collaborarono al soggetto, Carlo Rambaldi agli effetti speciali insieme a Mario Bava, Ennio Morricone per le musiche, Adolfo Celi tra gli interpreti e Gigi Proietti che doppiava Michel Piccoli, interprete dell’ispettore Ginko. E scusate se è poco.

Diabolik: Ginko all’attacco è il titolo del seguito di Diabolik. Giacomo Gianniotti sostituirà Luca Marinelli nel ruolo di Diabolik.

Cosa ne penso

A me il film è piaciuto. Certo, i dialoghi non erano il massimo ma le atmosfere riprodotte dai Manetti ci sono. Il film è lento ma questo permette agli spettatori di partecipare, pensare, capire, anticipare e stupirsi. Alla lunga i 133 minuti di film si fanno sentire ma nel complesso direi che ne vale la pena. Insomma, ritengo che Diabolik dei Manetti Bros, sia un bel film; assolutamente da consigliare.

Nope

Nope è un horror ed è il terzo film del regista americano Jordan Peele, prodotto dalla Monkeypaw Productions e distribuito dalla Universal. Gli attori principali sono: Daniel Kaluuya e Keke Palmer ed è uscito nell’agosto del 2022.

Di cosa parla

Il film racconta la storia di due fratelli, Oj ed Em che ereditano il ranch del padre, morto in circostanze a dir poco eccentriche. Nel ranch e nei dintorni accadono stranezze, spariscono cose e nel cielo s’intravedono ombre. I due si convincono di essere visitati da alieni e così cercano di filmarli installando delle videocamere. Questa è la base di partenza per poi svilupparsi in quello che è stato definito un horror e forse come genere lo è o tenta di esserlo.

Film d’autore o di cassetta ?

Nope parte come un film d’autore, con immagini e inquadrature ben studiate e di buon effetto, almeno secondo i miei gusti. La costruzione del film nel primo tempo è veramente buona; a tratti si ha l’impressione di essere di fronte a un’opera d’arte tanto sono intriganti alcune scene, ma nel secondo tempo, cambia tutto. Nope diventa un’operazione di cassetta anche se ben congegnata. Il film rimane abbastanza piatto, senza grossi sconvolgimenti. Le sorprese ci sono ma l’impatto sullo spettatore e pari a zero. Per quanto riguarda le prove dei due attori protagonisti, mi è sembrata molto buona quella di Keke Palmer mentre Daniel Kaluuya ha dato vita a un perfetto cavaliere senza macchia e senza paura ma completamente privo di espressività.

Considerazioni conclusive

Nope dovrebbe essere un horror e come tale dovrebbe incutere paura, angoscia e inquietudine ma di tutto ciò, neanche l’ombra. Personalmente non mi ha lasciato nulla, nessuna emozione, nessun brivido di terrore, niente stupore ma solo un velo di rammarico perché l’idea è assolutamente buona, la preparazione lo è altrettanto ma lo sviluppo, per me è assai scadente. Ho esitato parecchio nello scrivere questo articolo semplicemente per il fatto che solitamente mi piace “consigliare” cose che mi piacciono ma è anche una questione di correttezza e di onestà e, naturalmente questo è il mio parere personale.

Dovendomi basare solo su questo film, direi che il buon John Carpenter può dormire sogni tranquilli.

Per me è nope.

Blog Revolution

Sempre per i rari lettori che avranno l’ardire d’imbattersi in questo blog, confermo con questo post, i cambiamenti preannunciati. La forma delle pagine ora è più semplice; in evidenza ci sono gli articoli e/o le informazioni/novità e sulla barra superiore ci sono invece le tre pagine: la prima (da sinistra a destra) è la pagina AUTORE, informazioni su chi scrive; la seconda è la pagina CONTATTI e infine, la terza pagina è quella del mio libro : Paride Royl e la leggenda dei sogni perduti. In primo piano ci sono gli articoli pubblicati, dal più recente al più vecchio.

L’oscuro tornitore

L’oscuro tornitore si appresta a compiere la sinistra opera

Guanti neri egli indossa
oscuri occhiali lo adornano
l’ombra del suo tornio lo cela alla vista

Con risoluta scaltrezza
posiziona l’inerme geoide
i cui promontori, vanno livellati

Egli non può creare
ma solo modificare
qualora ne ottenga il potere.

Sorrisi

Non più sorrisi
sulle tue labbra
ma sorrisi negli occhi

Sorrisi amari
di amica paziente
ancora ottimista

Con la speranza
di rinascere
un giorno
a nuova vita.

La morte

Niente somiglia alla morte
più di un viale alberato
con la fioca luce
che filtra
da vecchi lampioni
consumati dal tempo
e il vento che fischia
tra le ringhiere
e le siepi appassite
di umili case
nascoste allo sguardo
ma presenti nella memoria.

Death Note

Cosa fareste voi se trovando un quaderno scopriste che si tratta di uno strumento potentissimo, appartenente a un dio della morte? E cosa fareste se vi dicessero che scrivendoci sopra il nome di qualcuno, questi morirebbe entro poco tempo? Questa è l’idea che sta dietro alla storia del fumetto scritto da Tsugumi Oba e disegnato da Takeshi Obata. Il manga e ben disegnato, l’idea è intrigante e soprattutto la storia non dura in eterno. Sì, questa è la cosa o almeno una delle cose che più mi piacciono dei manga. La storia ha un inizio, una sua evoluzione e sembrerà incredibile ma finisce. E già, perché poi uno si domanda: ma possibile che i personaggi dei fumetti restino bloccati in un eterno presente? Cosa che succede per la stragrande maggioranza delle storie dei fumetti italiani e americani. Molti degli eroi più famosi dei fumetti dovrebbero essere ormai vecchi e stanchi se non morti; per non parlare delle trovate per riesumarli come improbabili rinascite, universi alternativi e chi più ne ha più ne metta; va bene che parliamo di fantasia ma almeno dal punto di vista editoriale… Va bene, comunque stavamo parlando di Death Note. A parte qualche scelta, secondo me un pò azzardata, nel senso che in alcuni casi la logica del racconto è un pò stiracchiata perché in un contesto “reale”, i protagonisti, correrebbero sicuramente meno rischi… ma sarebbe stato anche meno divertente. Di qui la sfida del raccontare una storia realistica e avvincente, d’altronde, l’autore detta le regole e il lettore ne vive la storia seguendole ma a volte alcune cose non quadrano e non si può fare a meno di vederle. Detto ciò, il manga è molto bello, divertente e pieno di spunti di riflessione in un ambientazione in cui il bene e il male si confondono e qui sta la sfida per il lettore che è chiamato a rispondere, solo e unicamente a sé stesso, alla seguente domanda: Tu lo useresti il quaderno della morte?

In cima al mondo

In cima al mondo

o sottoterra

con il bisturi

o la vanga

imbellettati come manichini

o trasandati come dei barboni

Con il mento sporgente

ed il petto confacente

o il capo chino

e la schiena dolente

In ogni caso

siamo carne e sangue

intelletto e sentimento

Siamo il tempio

e l’architetto

siamo pecore in assetto da combattimento.

Chi è Paride Royl?

Finalmente il 28 giugno 2022 ha visto la luce il mio primo romanzo, un fantasy: Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti. È un urban fantasy per l’esattezza e Paride Royl ne è il protagonista. Paride è un quattordicenne come tanti ma si porta dentro un grande dolore, la perdita della mamma in tenerissima età. Questo dolore lo rende molto riflessivo e introverso e non si capacita delle scarse informazioni ricevute in merito dal padre, Menos, con il quale passerà l’estate in un paese del Lazio, Castellana. Sarà proprio in questo paesino che conoscerà Ecuba, grande amica della famiglia Royl, e Lea, sua figlia. Proprio con Lea che comincerà a scoprire che a Castellana, qualcosa non torna. Ma alla fine, chi è Paride Royl? È un ragazzo che dovrà riconsiderare le sue idee sulla realtà che lo circonda, che dovrà necessariamente fare delle scelte importanti, che dovrà crescere anzitempo. In definitiva è un ragazzo che suo malgrado si troverà a vivere avventure fantastiche, in un mondo che non credeva tale.

https://delos.digital/9788825420975/paride-royl-e-la-lanterna-dei-sogni-perduti

Paride Royl e la Lanterna dei Sogni Perduti

Ciò che resta della famiglia Royl, dopo un grave incidente d’auto, sono Menos e il figlio Paride. Durante una vacanza nella loro casa di Castellana, piccolo paese del Lazio, ospiteranno Ecuba e sua figlia Lea, due amiche di famiglia. I due ragazzi, inizialmente un po’ diffidenti, si avvicineranno l’uno all’altra e scopriranno che Castellana nasconde misteri inimmaginabili. Grazie a una magica lanterna avranno accesso a conoscenze inaspettate e da quel momento nulla sarà più come prima. La magia entrerà nella loro vita e con essa misteri, leggende e segreti che li costringeranno a prendere atto che la realtà non è ciò che sembra e il mondo invisibile è tanto concreto quanto quello visibile.

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